Le delibere al palo, iscritte in un ordine del giorno che somiglia sempre più a un lenzuolo, sono circa 300. E quelle importanti approvate dall'inizio dell'anno sono appena poche decine. Eppure, insieme a quello della scarsa produttività, i consiglieri comunali sono i più pagati forse d'Italia: 156 euro a gettone di presenza, che moltiplicati per 21 sedute, tante ne servono per fare l'en plein di indennità, fanno la bellezza di tremila euro al mese.
Succede a Palermo, città dalle mille emergenze, non ultima quella di un Consiglio comunale che come produttività non brilla affatto, anzi si piazza al top, ma in negativo, per l'esiguità del lavoro prodotto. Proprio così, i consiglieri di Sala delle Lapidi (questo il nome dell'aula consiliare, ndr) sono i Paperoni della pubblica amministrazione. Potenza dello statuto autonomo della Regione, che consente a Palermo e agli altri comuni siciliani di non recepire i tagli che valgono invece in tutto il resto del territorio nazionale. E non è che questo super-gettone serva a far lavorare di più, anzi. Le sedute volano tra mozioni e ordini del giorno, mentre le delibere più importanti rimangono parcheggiate all'ordine del giorno.
Parlare di enorme spreco sembra il minimo. Ma i diretti interessati non sono d'accordo.
E così, grazie all'autonomia, i palermitani guadagnano oltre tremila euro, circa 700 in più dei loro colleghi milanesi, esattamente il doppio dei romani, che arrivano a 1500 euro al mese.
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