Un referendum per salvare i luoghi del cuore

Non si punterà su monumenti e siti artistici, ma sulla semplicità della natura

Un referendum per salvare i luoghi del cuore

Nino Materi

Quando arrivi in un «luogo del cuore» te ne accorgi subito. I «sintomi» sono inconfondibili: una specie di formicolìo nello stomaco che sale piano fino a prenderti alla gola. È un’emozione che può essere piacevole, ma anche dolorosa. Visitare, ad esempio, il campo di concentramento di Dachau è un viaggio in un luogo del cuore - e della memoria - che sa di angoscia; ritrovare la spiaggetta dove si andava con gli amici all’uscita dalla scuola regala invece euforia.
È a questo secondo tipo di «luogo» che si ispira il terzo Censimento nazionale del Fai, il Fondo per l’ambiente presieduto da Giulia Maria Mozzoni Crespi. Quando discute appassionatamente, i suoi occhi sembrano riflettere un bagliore verde: il colore che ama di più, perché il verde è il colore della natura. E questa signora, al cui nome è legata una parte importante della storia editoriale italiana, della tutela di «tutto cio che è verde» ha fatto la propria ragione di vita. L’iniziativa «I luoghi del cuore» è figlia di questa passione e consiste in una specie di «concorso a premi» riservato a chi voterà i «luoghi di natura da non dimenticare».
I «premi», ovviamente, non sono di carattere economico, ma si ispirano alla tutela del patrimonio ambientale. Per la prima volta il Fai non riserverà la sua attenzione a monumenti e siti artistici, ma si aprirà a «tesori semplici» dal valore più intimistico che culturale. Insomma, a «vincere» (ottenendo i finanziamenti di Banca Intesa) potrebbe essere anche un albero o un cortile.
Resta intatto il senso dell'iniziativa, aperta a tutti, che è quello di tracciare una mappatura di posti magari pochi conosciuti o dimenticati, capaci di evocare emozioni e ricordi in chi li segnala. Come è successo al posto più votato nella prima edizione, il Mulino di Baresi (Bergamo), e come sta per avvenire in due dei luoghi più segnalati l'anno scorso, la chiesetta della SS. Trinità di Santa Caterina Valfurva (Sondrio) e il ponte e l'oratorio di San Martino a Clavi (Imperia).
«Organizziamo “I luoghi del cuore” perché desideriamo che la gente si renda consapevole, impari a guardare. Se vediamo un quadro bene o male ci facciamo attenzione, un pezzo di paesaggio no - ha detto la presidente del Fai, Giulia Crespi -. Chi vive in città può anche votare il suo parco preferito, un'aiuola o un glicine. Il mio posto del cuore per esempio è il Parco del Ticino, un luogo ancora straordinario».
«Appoggiamo i “luoghi del cuore” perché non ci sono iniziative nel campo del recupero di beni artistici e ambientali che hanno mobilitato così tante persone», ha spiegato l'amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera. La scorsa edizione de «I luoghi del cuore» ha raccolto 100mila segnalazioni (contro le 25mila di quella precedente) e quest'anno punta alle 200mila cartoline.


«Anche i luoghi del cuore che riceveranno un solo voto saranno indicati agli enti locali e alle rispettive Sovrintendenze di competenza, magari nella speranza che possano intervenire direttamente - ha assicurato Marco Magnifico del Fai -. Da parte nostra metteremo a disposizione di tutti impegno e passione».
Se poi arriveranno anche i soldi degli sponsor, tanto meglio.

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