Regionali, Bertolaso si chiama fuori

Si accende la corsa alla Presidenza della Regione Lazio. C’è ancora tempo, le elezioni sono in programma nella primavera dell’anno prossimo ma nel centrodestra fervono le grandi manovre per la scelta del candidato da opporre al Governatore uscente, Piero Marrazzo. Nei giorni scorsi sembrava prendere quota il nome di Guido Bertolaso, ma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nonché capo della Protezione Civile ha annunciato proprio ieri che si tratta di «un’ipotesi priva di ogni fondamento». Bertolaso smonta così sul nascere ogni manovra in tal senso pur avendo l’accortezza di ringraziare tutti quei «cittadini e politici che hanno voluto indicarmi come possibile candidato alla presidenza di diverse regioni italiane». Troppi impegni attualmente gli impediscono di mollare l’incarico alla presidenza del Consiglio ed anche qualora lo permettessero ha già manifestato l’intenzione di «tornare alle mie originarie attività dedicandomi alle popolazioni più sole e disperate».
Niente Bertolaso, quindi, ma il PdL non si fa trovare spiazzato e ribadisce che nulla è perduto, che è ancora presto per decidere il cavallo vincente nella corsa per la Pisana. Lo dice chiaramente il senatore Andrea Augello. «Il dibattito a cui stiamo assistendo sui giornali in questi giorni mi sembra un po’ prematuro - ha detto -, perché serve a poco indicare un candidato senza prima conoscere gli esiti dei congressi del Pd e dell’Udc». Chiaro il messaggio: aspettiamo cosa dice la nuova direzione del Partito Democratico sulla riconferma o no di Piero Marrazzo e poi decidiamo. Lasciare la prima mossa all’avversario, questa la strategia migliore secondo Augello. «Se l’esito del congresso del Pd - dice infatti il senatore del PdL - porterà alla riconferma di Marrazzo nella corsa per la presidenza è chiaro che avremo bisogno di mettere in campo un determinato tipo di candidato, in caso contrario forse sarà necessario selezionarne un altro con caratteristiche differenti. Lo stesso discorso vale anche in relazione a quelle che saranno le scelte del congresso dell’Udc per il Lazio».
Nomi? Al momento meglio non farne, si rischia di bruciarli ancora prima di scendere in campo. E Augello lo sa bene quando dice che «possono essere al tempo stesso tutti giusti o tutti sbagliati, comunque che io sappia non sono stati formulati da alcun organo ufficiale del partito». Per onor di cronaca ricordiamo che sono stati fatti circolare da «veline» più o meno autorizzate i nomi dell’imprenditrice umbra Luisa Todini (ex Fi), della segretaria nazionale del sindacato Ugl Renata Polverini, di Antonio Tajani (ex Fi), attuale commissario Ue ai trasporti e dulcis in fundo proprio Andrea Augello. Sul piatto della bilancia ovviamente peseranno molto le future alleanze che il Pdl riuscirà a tessere in vista della tornata elettorale, prima fra tutte quella con l’Udc, i programmi e la linea di opposizione alla giunta Marrazzo che, da settembre in poi, si andrà incentrando soprattutto sul fronte della sanità e dei rifiuti.
Ma questo impasse del centrodestra a molti non piace.

Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, non nasconde il proprio pessimismo: «Credo che il Pdl abbia scelto di perdere rovinosamente nel Lazio. Non va affatto bene». Probabilmente ne fa una questione di nomi, di poca presa sugli elettori, ma soprattutto di alleanze non decisive.

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