Roma - Sono ore decisive per il futuro del "Secolo d'Italia". In via della Scrofa si sta svolgendo
la riunione del nuovo Consiglio di amministrazione durante il quale il Comitato dei garanti, composto da una maggioranza targata Pdl, potrebbe
sostituire l’amministratore delegato Enzo Raisi, esponente di Fli, e decidere delle sorti del
quotidiano. Nel frattempo, i militanti di Futuro e libertà hanno occupato pacificamente la sede del giornale per esprimere solidarietà al direttore Flavia Perina, ai giornalisti della testata e a Enzo Raisi, a lungo
amministratore unico, ora nel Cda collegiale. Tra i manifestanti, Fabio Granata, Antonio Buonfiglio e Umberto Croppi. La Perina ha spiegato che il Cda "non ha preso
impegni sulla linea editoriale" mentre l’unica rassicurazione avrebbe riguardato "quantomeno la
garanzia dei posti lavoro".
I manifestanti, tra cui i giornalisti che lavorano per la
testata, hanno appeso uno striscione con la scritta "Giù le mani dal Secolo". "Rimaniamo in
attesa delle decisioni del consiglio di amministrazione - ha detto il direttore - dopo quattro mesi è ora di
sciogliere questo nodo: dicano cosa vogliono fare di questo giornale".
Succursale dell'Unità "Il Secolo d’Italia è diventato una succursale de l’Unità": è legittimo
l’attaccamento alla poltrona da direttore di Flavia Perina, la quale solo grazie a questo ruolo è
diventata parlamentare, ma si domandi come mai i microfoni per lei siano sempre e solo quelli di
organi schierati a sinistra, gli stessi che per anni ne hanno ignorato l’esistenza. Non sarà forse
perché il giornale viene "usato" in sola chiave antiberlusconiana...a meno che tutto d’un tratto si siano
accorti che la Perina scriva cose intelligenti". A pronunciare queste parole è Fabio Sabbatani Schiuma, componente
dell’esecutivo romano del PdL.
Il commento della Perina L’idea di costruire un quotidiano plurale, aperto, curioso delle evoluzioni della politica rifiutando in toto il vecchio assetto dell’house organ (del Pdl, di Fli o di chicchessia) è connaturata con il piano editoriale lanciato nel 2007 e sfociato in una totale ristrutturazione del Secolo.
Le polemiche di bassa lega sul quotidiano "che strizza l’occhio a sinistra" fanno semplicemente ridere: qui, nella classe dirigente del giornale non c’è uno che non possa vantare con orgoglio tre decenni di militanza a destra, cominciata da adolescenti nel Msi e portata avanti con lealtà e senza mandare il cervello all’ammasso".
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