Il restauro delle facciate di Palazzo Marino è un viaggio a ritroso nel tempo, dalla fine Ottocento alla metà del Cinquecento, quando venne commissionato dal banchiere e commerciante genovese Tommaso Marino come casa signorile. Il lavoro certosino è partito ad aprile dalla facciata principale su piazza Scala, che è anche la più recente, realizzata solo nel 1871 da Luca Beltrami e quindi meno impattata dai segni del tempo. I lavori su una superficie complessiva di 1.722 mq, di cui 27 mq di apparato scultoreo e 1.527 mq di superfici lapidee, hanno riportato alla luce le decorazioni originali. A settembre le cesate sono spostate sul lato di via Case Rotte, l'intervento tuttora in corso, ed è la facciata (settecentesca, firmata dal Piermarini) «più sporca», esposta com'è a smog, traffico, patine biologiche. Siamo quasi a metà dell'opera. A dicembre è già programmato il montaggio dei ponteggi su piazza San Fedele, il restauro sulla facciata originale del XVI secolo progettata da Gaelazzo Alessi partirà a gennaio 2025. Quarta e ultima tranche su via Marino che ricorda il progettista Michele Brunello, «pochi lo sanno, doveva essere la prima facciata del Palazzo nel Cinquecento, Marino voleva creare un'uscita monumentale verso il Duomo». La fine lavori è prevista in autunno. Il team tecnico che sta realizzando il maxi restyling sponsorizzato da Tod'S ha aperto ieri le porte per un sopralluogo, al lavoro ci sono una decina di restauratori giovani, età media 34 anni. La squadra è coordinata da Dontstop Architettura, comprende lo studio specializzato in restauri di pregio Andrea Borri Architetti, l'impresa che si è aggiudicata i lavori è Estia srl e Progetto Cmr è responsabile dei lavori e della sicurezza del cantiere.
Il coprogettista e direttore dei lavori Andrea Borri e il direttore del cantiere Francesco Piovani con Brunello illustrano le tecniche studiate durante 3 di analisi e sorvolo del Palazzo con i droni. Un lavoro che unisce «innovazione, sostenibilità, rispetto per il patrimonio storico» e che «potrà essere un modello in futuro per altri recuperi monumentali». Vengono usati materiali a base di acqua e a basso impatto chimico. Dopo il primo lavaggio sono emerse vecchie stuccature invasive, testimonianza di precedenti restauri «meno rispettosi». Al dodicesimo piano del palazzo visitato ieri «tutti i vari tipi di degrado sono presenti, rispetto a piazza Scala: sfarinamento, depositi superficiali di polveri sottili, croste nere», in parte conservate su richiesta della Sorpintendenza come testimonianza. Non sono state ricostruite le porzioni mancanti, piuttosto si tratta di una «ricostituzione estetica». Dal «ceppo del Brembo», una pietra friabile molto diffusa a Milano (a partire dalle Colonne di San Lorenzo) sono stati rimossi interventi di stucco precedenti e i segni di ammaloramento, evidenti soprattutto sulle superfici decorate più esposte. I lavori su ogni facciata durano 4 mesi, come le stagioni, «abbiamo iniziato in estate con la facciata nord, arriveremo sul lato sud in pieno inverno, cicli pensati per intervenire con una temperatura uniforme». Una pulitura in tre fasi: rimozione a secco, attraverso spruzzatori e con l'uso di impacchi.
Poi consolidamento della pietra nei punti di maggior degrado, «riequilibratura cromatica» e protezione di tutto il monumento con ossalato di ammonio. Nella parte finale del restauro sono comprese le facciate del Cortile d'Onore. Q quel punto la «casa dei milanesi» sarà tornata all'antico splendore.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.