La rete di spie di Erdogan che sorveglia i suoi nemici

Milli Görüs, longa manus di Ankara, è radicata in Ue e si occupa pure di «educare» i giovani

La rete di spie di Erdogan che sorveglia i suoi nemici

«Mostraci la fine dell'America e dell'Europa e la distruzione di Israele con i nostri soldati», è quello che con una serie di post sui social network la Milli Görüs scriveva nei primi giorni a ridosso della spedizione di Erdogan in Siria. Un sostegno in nome di Allah che arriva dal cuore dell'Europa. Perché negli ultimi decenni Ankara ha investito ingenti somme per la crescita di organizzazioni governative e non governative al fine di promuovere e attualizzare la sua agenda politica in tutto il Vecchio continente.

I documenti del governo turco che rivelano alcune di queste dinamiche sono stati resi pubblici nel 2017 da Peter Pilz, noto personaggio politico austriaco con una lunga carriera nel Partito dei Verdi. Al cospetto dei quali Pilz ha asserito: «Siamo rimasti sorpresi quando abbiamo visto che la Turchia di Erdogan ha costruito una rete di spionaggio strettamente intrecciata dal Giappone ai Paesi Bassi, dal Kenya al Regno Unito. In ogni singolo stato, un'enorme rete di spionaggio composta da associazioni, club e moschee viene impiegata tramite l'ambasciata, l'addetto religioso e il funzionario dell'intelligence locale al fine di spiare i critici di Ankara tutto il giorno».

Un ingranaggio chiave di questa macchina turca che monitora, controlla ed educa è la Milli Görüs («Visione Nazionale»), probabilmente la longa manus di Erdogan in Occidente. Fondata alla fine degli anni '60, è un'organizzazione islamista con un forte orientamento nazionalistico, un movimento che adotta molte posizioni, obiettivi e tattiche dei Fratelli Musulmani, con un tocco in più neo-ottomano. L'ideologia e l'agenda politica della Milli Görüs nascono in seno alle idee di Necmettin Erbakan (1926-2011), uno dei più celebri intellettuali islamici turchi. Intrisi della visione politica anti-secolare e anti-occidentale di Erbakan, i seguaci dell'organizzazione istituirono la prima filiale tedesca del movimento negli anni '70 e da allora i loro sforzi non hanno fatto che moltiplicarsi, al punto da contare una presenza radicata in oltre undici paesi europei, con un numero di moschee che ha superato le 500 unità. Nel tentativo di diventare il leader indiscusso del mondo islamico, Erdogan sfrutta le organizzazioni religiose statali turche sotto il controllo del suo partito e gruppi islamici turchi, come Milli Görüs, in una dinamica spiegata da Yasin Aktay, vice presidente dell'AKP e consigliere capo del sultano: «I Fratelli Musulmani rappresentano il soft power della Turchia».

La Milli Görüs presente soprattutto in Germania, Regno Unito, Francia e Italia, era balzata agli onori della cronaca nel Belpaese per avere finanziato la Sea Watch nella vicenda Carola Rackete, e in queste settimane è di nuovo nell'occhio del ciclone per via della controversa costruzione della loro moschea a Milano, iniziata nel 2013 e per il sostegno spregiudicato all'offensiva turca in Siria «sorgente di pace».

Da buona organizzazione islamica, un'attenzione particolare è rivolta ai più giovani: gli sforzi per inculcare nei bambini un'«identità islamica autonoma» si sprecano. E i programmi educativi proposti ovviamente includono la lettura e la recitazione del Corano, lo studio dell'alfabeto arabo e l'istruzione religiosa generale. Da poco in Germania si è tenuta l'annuale gara di lettura del Corano per ragazzini dai 10 ai 14 anni aspiranti imam. Proprio in Germania i servizi di sicurezza monitorano da vicino l'attività della Milli Görüs nel timore che contribuisca alla radicalizzazione ideologica e sia collegata al terrorismo. Nei rapporti di sicurezza del BFV, l'agenzia di intelligence interna tedesca, si incontra spesso la loro sigla e in passato le autorità di sono mosse in modo aggressivo per interrompere le attività del gruppo. Come nel dicembre 2009, quando la polizia tedesca ha perquisito diverse strutture della Milli Görüs, nell'ambito di un'indagine sui principali funzionari dell'organizzazione con l'accusa di appropriazione indebita e creazione di organizzazione criminale. L'inchiesta è stata poi improvvisamente interrotta dopo 19 mesi di indagini con l'accusa, mai verificata, di essere stata intrapresa, in realtà, per intenti politici. Nel rapporto del 2010 l'organizzazione è stata accusata di «avviare la radicalizzazione e contribuire alla creazione di società parallele» (Parallelgesellschaften). Mentre l'ultimo rapporto del BFV afferma ancora una volta che gruppi come l'associazione islamica Milli Görüs (IGMG) promuovono la «creazione e l'espansione di milizie islamiste in Germania». Come attivista e demagogo, Erbakan era particolarmente abile nel collegare la sua agenda ideologica e politica al senso di dovere e obbligo religioso di un individuo. Per Erbakan, un musulmano che non aderiva all'agenda politica di Milli Görüs era colpevole di trasgressione contro l'islam.

La versione italiana dell'associazione marcatamente nazionalista e tendenzialmente antisemita è guidata da piccoli imprenditori nel business del kebab.

Il sentimento d'identità nazionale turca insieme all'insegnamento della dottrina islamica prevalgono su tutto. Una delle loro caratteristiche peculiari è la netta separazione delle donne dagli uomini. E nel frattempo anche in Italia organizzano gite in moschea per i più piccoli.

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