Han dato un altro premio a Muti. Questa volta però offre loccasione per qualche riflessione interessante. Il premio è quello letterario «Procida. Isola di Arturo - Elsa Morante», che Fernanda Pivano, per alcuni anni presidente della giuria, ha portato ad un buon prestigio internazionale. Ora che ahimé la Pivano è morta, la carica è passata a Marcello Veneziani; i premiati sono stati Gennaro Sangiuliano, per la biografia su Giuseppe Prezzolini, Lanarchico conservatore, Andrea Vitali per la narrativa, con Almeno il cappello, Patrizia Liberati per la traduzione di Mo Yan Le sei reincarnazioni di Ximen Nao, Enrico Mentana per la saggistica con Passionaccia.
Ma da qualche anno esiste anche un premio per un personaggio che in qualche modo sia rappresentativo della cultura italiana, originalmente; la sezione si chiama, curiosamente, «complice dautore» ed il riconoscimento è andato in passato, per esempio, a Giulio Andreotti e Umberto Veronesi. Questanno, appunto, è toccato a Riccardo Muti, andare a Procida a ritirarlo.
È buona cosa, e rara, che un premio culturale voglia riconoscersi in un musicista. In Italia si coltivano campi separati da molti decenni, e sembra che larte dei suoni sia una cosa che riguardi lacustica ed i sentimenti, un artigianato magari sublime ma come selvaggiamente appartato dai luoghi del pensiero e dello scrivere (che pur solo talora coincidono). Ma la creazione e linterpretazione in musica richiede ora più che mai una mediazione dellintelletto, formato da letture e passione per la conoscenza.
Molte volte ci è capitato di conversare con il Maestro Muti, e talora di riferirne su queste pagine. Abbiamo avuto, io penso, tutti limpressione di trovarci di fronte a un uomo attentissimo a ragionare sulla realtà, anche se magari ironicamente, ed a trarne motivazioni per leggere le partiture in modo critico e fedele. Uomo di cultura, a cui scappa ogni tanto qualche confessione sulla sua passione per la classicità, a cominciare dagli studi di greco e di latino, non posa ad intellettuale aggiornato, né a vecchio saggio. Proprio Fernanda Pivano raccontava le sue conversazioni con lui, il passare in rassegna il mondo della scrittura e delle arti, e più semplicemente il mondo. È un personaggio immerso nella vita.
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