(...) di trame»?
«Dico solo che se Novi si è comportato in questo modo, sfiduciando pubblicamente il suo segretario generale, avrà avuto il disco verde da parte delle tre istituzioni locali. Ma il problema è più articolato: se non ricordo male, era già trapelato, prima ancora che lo scontro si incancrenisse, il nome del sostituto di Carena: Giancarlo Laguzzi, ex direttore della divisione cargo di Trenitalia e da tutti riconosciuto come un Burlando's boy!».
Perché era convinto che Carena sarebbe stato un ostacolo per Novi?
È semplice: l'attuale segretario generale ha una lunghissima militanza in Authority, e in tutto questo tempo ha instaurato rapporti consolidati con gli operatori portuali. Non è un caso che i suoi più strenui difensori siano i terminalisti, capitanati da Luigi Negri, e gli industriali, guidati da Marco Bisagno».
Ma Novi ha messo in scacco Carena rendendo nota una sua lettera con cui il segretario generale, prima della sua nomina, precisava di essere «disponibile a lasciare l'incarico» qualora lui lo ritenesse opportuno
«Aria fritta! Ripeto: Novi doveva agire subito. A questo punto, la soluzione migliore è quella di trovare un accordo tra i due contendenti. Magari un accordo, delimitato nel tempo e mediato dal sindaco Giuseppe Pericu, che mettesse nero su bianco obiettivi e programmi da realizzare. Definiamolo pure un modus vivendi che dovrà giocoforza incidere sull'azione di governo del presidente. In sostanza, Novi dovrebbe abdicare un po' di potere».
Il ministro delle Infrastrutture Lunardi, intervenendo venerdì sulla querelle Novi-Carena, si è appellato al «buon senso» delle parti. Ma, nello stesso tempo, ha ammesso che quanto sta accadendo a Genova è la conseguenza «di nomine sbagliate», sottolineando poi che non esiste un'alternativa se non un «un chiarimento»
«L'unica soluzione è quella di un compromesso. La decisione, quella più estrema, di portare la questione in Comitato sarebbe controproducente per il porto. Perché, nel caso in cui la delibera proposta da Novi venisse bocciata, si aprirebbero le porte del commissariamento. A chi gioverebbe? A nessuno».
Lunardi ha anche ammesso che questi problemi accadono per effetto di una legge, la 84/94, che non risponde più alle esigenze dei porti italiani. Ma non doveva essere il centro-destra a rinnovarla?
«Premesso che questa legge deve essere cambiata, posso dire che la maggioranza, e per primo il senatore Luigi Grillo, ha sempre cercato di migliorare la norma con il sostegno dell'opposizione. All'inizio sembrava possibile, poi si è rivelato impossibile. Da qui il ritardo della nuova legge. Certo, i problemi ci sono, e non riguardano solo la nomina del presidente di un'Authority, ma anche la composizione del Comitato portuale, all'interno del quale ci sono evidenti posizioni in conflitto di interesse».
È fantapolitica pensare che nell'ombra qualche esponente di punta del centro-sinistra remi per il commissariamento del porto, in attesa delle elezioni politiche?
«Probabile. È un'ipotesi verosimile».
In tutta questa vicenda chi è che lha deluso di più?
«Le tre istituzioni, se Novi avesse avuto il loro sostegno nello sfiduciare pubblicamente Carena. Il presidente dell'Authority, se si fosse mosso da solo».
Un'ultima battuta: l'Affresco di Renzo Piano verrà realizzato?
«È già morto, con la nomina di Burlando. Piano aveva realizzato l'Affresco senza interessi di parte. Mentre l'attuale presidente della Regione deve tutelare gli interessi della parte politica che rappresenta».
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