La foto di Rick Santorum è ovunque. Questo è il suo momento, queste sono le sue due settimane. Martedì in New Hampshire e poi il 21 gennaio in South Carolina l’ex senatore della Pennsylvania si gioca una grossa fetta del suo futuro in questa campagna elettorale. Parlano di lui i giornali che l’hanno ignorato per un anno, parlano di lui gli avversari, parlano di lui i potenziali finanziatori e sostenitori. La botta di popolarità, forse inaspettata persino per il suo staff, significa anche dover cambiare strategia. Lottava per sopravvivere politicamente, ora lotta per provare a diventare il candidato.
Nessuno sa quanto durerà il suo momento. Non lo sa neanche lui che però se ne frega. Ha bisogno di soldi, perché ne ha pochi. Ecco: ieri in una sola giornata ha raccolto un milione di dollari di finanziamenti. È l’effetto Iowa e di quella che tutti definiscono la sua vittoria morale nei caucus che hanno aperto la stagione delle primarie. L’altro effetto è che nei sondaggi nel New Hampshire è diventato terzo: era ultimo. Per continuare a giocarsi la sua partita, Santorum martedì deve tenere. Può arrivare dietro Romney (superfavorito in New Hampshire) e anche dietro l’ultralibertario Ron Paul. Non oltre, però. E comunque l’obiettivo dev’essere almeno il 10-12 per cento. Dopo si potrà concentrare sulla terza sfida, quella a lui più congeniale, perché in South Carolina i candidati della destra compassionevole e religiosa funzionano.
Il South Carolina è lo Stato dove nacque il movimento secessionista dei Confederati che si sollevarono contro i detestati Yankee provocando nel 1861 lo scoppio della Guerra Civile. Il loro motto era «Under God, Our Vindicator». Una massima che in queste ore molti associano ai toni di Rick Santorum contro Mitt Romney.
Il 21 gennaio, però, sarà probabilmente anche il giorno del possibile rilancio di Newt Gingrich, che dal South Carolina potrebbe cominciare la sua risalita nei sondaggi. «Il South Carolina sarà il banco i prova del Fattore Abm, cioè del movimento Anybody-but-Mitt (tutti tranne Mitt)» ha detto ieri Tuck Eskew, uno stratega repubblicano specialista negli Stati del Sud.
Tutti contro Romney, quindi. Resta da capire se la coalizione eventuale Santorum-Gingrich contro l’ex governatore del Massachusetts funzionerà o se invece frantumerà l’elettorato meno moderato in due tronconi.Twitter: @giudebellis
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.