Entrando con alcuni allievi nella chiesa romana dovera la Santa Petronilla, Guercino rievocò la sua giovinezza dicendo: «Ma allora bulliva il pignattone». Come se quel che nel frattempo era cambiato nel suo stile non fosse dipeso realmente da lui, come se la giovinezza fosse lontana secoli e secoli. Si erano schiariti i cieli, si erano placati i gesti. Ma quel che colpisce in questa frase è soprattutto leco della nostalgia...
Da quella stagione intensa e felice che il pittore stesso rimpiangeva è uscito un nuovo affresco, un ottagono proveniente da un antico casato bolognese, da tempo considerato opera del pittore di Cento, ma quasi invisibile nella sua collocazione originale. Ora - nuova acquisizione della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna - è stato riaccostato dopo quattro secoli al suo disegno preparatorio, un foglio a penna e acquerello di proprietà di Denis Mahon, lo storico dellarte inglese che lavora su Guercino dal 1937, depositato allAshmolean Museum di Oxford. Il dipinto è esposto a Bologna, Casa Saraceni.
Giovanissimo provinciale, Guercino si formò da solo, guardando e riguardando quel che la pittura carraccesca stava rivelando, anche nelle chiese a lui vicine. Predilesse Ludovico Carracci, sopra tutti, e questi, appena ne vide i lavori, restituì il suo affetto commentando: è «mostro di natura e miracolo».
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