Rifiuti, spaccature e proteste Il piano non piace a nessuno

La Sinistra arcobaleno «salva» Marrazzo in consiglio regionale Alemanno gli tende la mano: «Commissario per altri sei mesi»

Rifiuti, spaccature e proteste Il piano non piace a nessuno

C’è voluto il via libera in extremis della sinistra arcobaleno per evitare una grave spaccatura in seno alla maggioranza di centrosinistra. E così ieri pomeriggio il governatore Piero Marrazzo ha potuto illustrare davanti al consiglio regionale la sua nuova versione del piano rifiuti che dovrebbe scongiurare nel Lazio un’emergenza simile a quella campana. Un piano che si basa soprattutto su un ampliamento delle discariche già esistenti (tra cui Bracciano, Viterbo, Cecchina e Latina) pari a 3,6 milioni di metri cubi e che a pochi giorni dalla scadenza del mandato (30 giugno) è anche l'ultimo atto di Marrazzo come commissario straordinario anti-rifiuti (ma ieri Alemanno ha proposto una proroga di sei mesi). Un piano che scontenta tutti: l’opposizione, gli amministratori delle province contrari all’allargamento delle discariche, e una serie di comitati del «No» (a Malagrotta, al termovalorizzatore di Albano, ecc), ieri accorsi alla Pisana per manifestare.
Il piano.
Sono circa le 16 quando Marrazzo comincia il suo intervento in aula. «Tra il 2008 e il 2011 - spiega il governatore - la raccolta differenziata, attualmente al 14 per cento, arriverà al 50 per cento. Nello stesso periodo la produzione dei rifiuti nel Lazio sarà pari a circa 13,7 milioni di tonnellate, di cui poco più di 4 milioni saranno avviate a raccolta differenziata. I rifiuti da avviare direttamente in discarica corrisponderanno a poco più di 3,6 milioni di tonnellate. Entro il 31 dicembre verranno costituiti gli Ato (gli ambiti territoriali ottimali, ndr) in tutta la regione». E ancora: «Agli impianti di trattamento meccanico biologico già esistenti e autorizzati di Col Felice, Cecchina, Malagrotta 1, Malagrotta 2, Rocca Cencia, Salaria, Casale Bussi si aggiungeranno quelli da autorizzare di Bracciano, Colleferro, Latina e Guidonia oltre che la riconversione dell'impianto di Paliano». Nessuna sorpresa sui quattro termovalorizzatori: San Vittore, Colleferro, Malagrotta (il gassificatore), e Albano («per cui è in corso l’istruttoria» è la formula magica usata dal governatore per accontentare la sinistra radicale). Ciascuno avrà due linee (per un totale di 8) per il trattamento del combustibile da rifiuti. Infine Marrazzo invita il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo a «sottoscrivere un accordo di programma sulla questione rifiuti» e tranquillizza il sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Nessun rischio Napoli».
La protesta delle associazioni.
«Comitato Malagrotta», «Fare verde», «Occhio del riciclone», «Comitato contro l’inceneritore di Albano», Wwf, «Rete Regionale rifiuti»: tante sigle e centinaia di manifestanti per un solo obiettivo, la critica alla gestione dei rifiuti. Il comitato Malagrotta protesta «per una discarica che non chiuderà mai e per un nuovo gassificatore senza controllo». «Il comignolo dell’inceneritore di Albano - rincara la dose il presidente del comitato Salute e Ambiente - sarà alto 12 metri, due volte il ponte di Ariccia».
Latina e Viterbo:

no alle discariche.
Già in mattinata i capigruppo dell’opposizione Alfredo Pallone (Fi), Alfredo Cicchetti (An) e Donato Robilotta (Sr) avevano contestato duramente il piano Marrazzo in una conferenza stampa con il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, quello di Latina, Vincenzo Zaccheo e il presidente della provincia pontina, Armando Cusani. «Dopo tre anni - aveva attaccato Pallone - questa giunta non ha fatto nulla». Per Robilotta invece «il piano Marrazzo in realtà non esiste, perché non è mai stato votato dal consiglio regionale.

L’unico valido è quello Verzaschi approvato nel 2002». Duro anche Zaccheo: «Così si favoriscono i monopoli. La discarica di Borgo Montello è quasi esaurita. Vogliamo autonomia territoriale e non un ciclo di rifiuti a spezzatino».

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