da Roma
Il clima è bipartisan e, trattandosi di un appuntamento dellAspen Institute, non poteva essere diversamente. I punti daccordo tra Franco Frattini e Giuliano Amato non sono pochi, ma quando il seminario esamina la riforma della legge sullimmigrazione, il vicepresidente della Commissione Ue Franco Frattini non si perde in sottigliezze diplomatiche. Per il responsabile europeo del settore Libertà, Giustizia e Affari interni la riforma della Bossi-Fini che è sul tavolo del Viminale contiene un grave errore: lautosponsorizzazione. E il perché lo spiega in questa intervista.
Presidente Frattini, perché boccia lautosponsorizzazione?
«Ho una preoccupazione: le regole europee collegano il permesso di soggiorno allesistenza del lavoro. Posso capire che ci siano delle fasi in cui in una certa area geografica ci sia bisogno di lavoratori e dunque i posti ci sono o stanno maturando. E capisco dunque che se unassociazione imprenditoriale garantisce per un tot di lavoratori, quella sia una garanzia seria. Ma se parliamo dellaspirante lavoratore individuale, il quale dice io desidererei entrare, non ho ancora un lavoro e non so ancora in che settore avrò un lavoro, e la legge dice che per avere il permesso devi depositare in banca 25mila euro in garanzia, allora sono preoccupato».
Perché?
«La mia domanda è: chi offrirà questi soldi? Temo che le autosponsorizzazioni individuali diventino una fonte di arricchimento per i trafficanti. Sono molto preoccupato dallesperienza di altri Paesi europei che vedono un grande afflusso di giovani ragazze - ma lo vediamo anche in Italia - destinate alla prostituzione. Per i trafficanti il business è chiaro: investo 20mila euro, ti faccio entrare in Italia, poi tu ripaghi il debito con le prestazioni che ti vengono pagate dai clienti. Così lindividuo è nelle mani dei trafficanti. E questo può valere per chiunque altro: il lavoratore è nelle mie mani finché non mi restituisce i soldi. Mancando i meccanismi di controllo, lautosponsorizzazione inoltre potrebbe trasformarsi in un prestito ad usura».
È auspicabile lintroduzione di un permesso di soggiorno ad hoc, simile alla blue card americana?
«Può essere utile per i lavoratori altamente specializzati. Abbiamo bisogno di medici, ingegneri, professionisti. E se li vogliamo, visto che trovano facilmente lavoro, dobbiamo in qualche modo attirarli. In settembre proporrò una direttiva sulla blue card. Queste persone devono avere la possibilità di muoversi più liberamente nel territorio dellUnione Europea. Lo spostamento oggi è complicatissimo, con la blue card sarà più facile. Negli Stati Uniti è permanente, in Europa sarà temporanea, tre o quattro anni, ovviamente rinnovabile».
La maggioranza alla Camera si è divisa sulla riforma della cittadinanza. Lei cosa suggerisce?
«Non possiamo dare la cittadinanza italiana a chi desidera integrarsi, ma a chi si è già integrato. Dobbiamo richiedere con forza una conoscenza approfondita della lingua italiana, delleducazione civica, dei valori costituzionali e poi ovviamente il lavoro, la residenza, le condizioni che danno la prova che la persona è integrata. Mi permetto di dire che non è una questione di tempo, perché dopo cinque anni può esserci una persona integrata, come dopo dieci anni una non integrata».
Quanto è grave il problema della produzione di documenti di identità falsi?
«Molto grave. Lo stiamo affrontando con una banca dati centrali europea. La falsificazione riguarda passaporti, ma anche i visti. Lunico modo per contrastarla sono i dati biometrici. Alla fine del 2008 ci saranno nel passaporto i dati biometrici obbligatori, in una fase successiva inseriremo anche liride dellocchio».
Il ministro dellInterno Amato si è lamentato del fatto che lItalia non condivide con gli altri Paesi la banca dati del Dna. Che ne pensa?
«Condivido la sua preoccupazione.
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