Riforma pensioni, il governo studia le mosse Ma Sacconi: "Aumento età per le donne? Voci"

Sono soltanto "voci" le indiscrezioni su un possibile aumento dell’età pensionabile per le donne nel settore privato. Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, arrivando all’assemblea annuale di Confcommercio. La Camusso: "L'aumento dell'età è il tentativo di fare cassa con il welfare". E Bonanni: "Cercare i soldi da un'altra parte"

Riforma pensioni, il governo studia le mosse 
Ma Sacconi: "Aumento età per le donne? Voci"

Roma - Nel dibattito politico tiene banco il tema delle pensioni. In vista c'è l'aumento dell'età pensionabile per tutti gli italiani: esigenza dettata da motivi economici e dall'innalzamento delle speranze di vita della popolazione. Al momento sono al vaglio diverse ipotesi. E' indubbio che, al di là del taglio della spesa, il governo intende lanciare un segnale di impegno ai mercati internazionali. E riuscire a riformare le pensioni darebbe molta credibilità all'esecutivo. Tra le ipotesi circolate si parla anche dell'innalzamento dell'età pensionabile per le donne, nel settore privato, a 65 anni, equiparandola a quella degli uomini. Ma il ministro del Welfare Maurizio Sacconi dice che "sono solo voci". I sindacati, intanto, sono pronti ad alzare le barricate...

Bonanni: cercare soldi da altre parti Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, si dice contrario a un intervento sulle pensioni ipotizzato nella manovra. "La stretta c’è già stata - ha spiegato a margine dell’assemblea di Confcommercio - c’è da stringere sui costi della politica, su quelli dell’amministrazione e tanti altri costi vorremmo far passare sotto i ponti di Roma prima di arrivare a questo. Lo diciamo forte e chiaro al ministro Tremonti. Vogliamo vedere se la classe dirigente e politica di questo Paese è capace di autoriformarsi".

Camusso: tentativo di fare cassa sul welfare "Siamo di fronte a tentativi di fare cassa come sempre con il welfare", ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a proposito delle indiscrezioni riguardanti un innalzamento dell’età pensionabile. "È un’idea di manovra recessiva e non utile per il Paese con un accanimento contro le donne".

Il presidente dell'Inps: riforma strutturale Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, commenta le proposte del Governo in materia di pensioni che potrebbero essere inserite nella manovra in discussione. "Leggo sui giornali che stanno immaginando riforme strutturali, che è poi quello che tutti chiedono nel Paese. L’ho appreso anch’io dai giornali, nel momento in cui il governo sta lavorando nei ministeri e con le parti sociali, non sta all’Inps, che attua le leggi dello Stato, commentare". 

Confindustria: alzare l'età delle pensioni "Bisogna ulteriormente alzare l’età effettiva di ritiro dal lavoro" e contenere le retribuzioni pubbliche. Sono alcune delle misure che il Centro studi di Confindustria suggerisce per ottenere "la migliore combinazione possibile di abbattimento del disavanzo e tutela del Pil". I tagli di spesa "vanno scelti con cura", aggiunge Csc che ha simulato «gli effetti di una riduzione di spesa sui diversi capitoli di bilancio. I risultati - si legge nel rapporto 'Ripresa globale: dallo slancio al consolidamento. Italia in ritardo' - suggeriscono di mettere mano anzitutto alle prestazioni sociali non previdenziali, seguite a ruota dalle pensioni, per le quali bisogna ulteriormente alzare l’età effettiva di ritiro dal lavoro, e dalle retribuzioni ordinarie".

L'anticipo della riforma L’anticipo al 2013 dell’aumento dell’età per l’accesso alla pensione legandolo all’aspetttiva di vita porterebbe nei primi tre anni (dal 2013 al 2015) risparmi complessivi per 1,2 miliardi. È quanto emerge dalla Relazione tecnica allegata alla legge 122/2010 che ha introdotto la norma sul legame automatico tra aumento dell’età pensionabile e aspettativa di vita. La legge approvata l’anno scorso prevedeva che questo automatismo scattasse solo dal 2015 e fosse limitato per il primo anno a soli tre mesi fissando poi uno scatto ulteriore nel 2019 e dopo questa data ogni tre anni. Secondo la relazione tecnica la riforma avrebbe dovuto portare 40 milioni di risparmi nel 2015 (anno di avvio) per poi crescere a 380 milioni nel 2016 e a 800 milioni nel 207 Se la riforma fosse anticipata al 2013 quindi i risparmi potrebbero essere di 40 milioni nel 2013, 380 nel 2014 e 800 nel 2015. La riforma manterrebbe un risparmio medio di poco superiore a questa ultima cifra nei due anni successivi per poi crescere a fronte del nuovo scatto di età nel 2019 (quattro mesi ogni scatto fino al 2030 secondo le stime della Relazione).

Nel 2020, a fronte di un’ipotesi di un nuovo scatto in avanti per l’accesso al pensionamento nell’anno precedente (secondo i dati dell’Istat sull’aspettativa di vita nel triennio precedente) il Governo aveva ipotizzato nella Relazione un risparmio di 1,6 miliardi di euro. La cifra è stata stimata sulla base di un numero di persone che maturano ogni anno i requisiti nel periodo 2016-2020 di circa 250/270.000 in media.

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