Il nodo delle pensioni è ancora al centro delle manovre anti-crisi. Lo ha ribadito anche oggi il neoministro del Lavoro e Politiche sociali, Elsa Fornero, ricordando che la "riforma pensionistica è largamente già fatta". Il provvedimento era infatti inserito nel maxiemendamento alla legge di stabilità votata qualche settimana fa e prevede il ritiro dal lavoro a 67 anni. Forse però non si può aspettare il 2026, anno in cui la riforma diventerà operativa, per cui secondo il ministro i tempi di attuazione "possono essere accelerati".
La Fornero ha assicurato che "non possono essere i più deboli a sopportare la parte maggiore dei sacrifici che la situazione impone" e ha ricordato che "la cifra di questo governo" è racchiusa in tre parole: "Rigore finanziario, equità degli interventi e crescita per dare prospettive alle giovani generazioni". L'importante è dare "stimoli alla crescita" e togliere "lacci e lacciuoli che in questi anni hanno mortificato la crescita e le opportunità del nostro paese", nonostante le prospettive del Paese "non sono certo lusinghiere, l’Italia sconta problemi strutturali di lungo temine che si scontrano con il difficile momento congiunturale".
Ecco perché è importante per il governo convincere "accanto alle piccole imprese, le medie e le grandi" a non abbandonare il Paese: "Non è possibile in questo contesto, per un ministro che viene da Torino, non parlare della Fiat, specialmente nel giorno in cui chiude lo stabilimento di Termini", spiega il responsabile del Welfare, "Fiat è simbolo di capacità produttiva e di identità nazionale, la sua produzione si avvale di un indotto numeroso, all’insegna di principi di rigore, equità e crescita".
Per questo motivo "il governo è pronto a costruire contributi costruttivi alla vicenda. Non sfugge che la parte più debole è costituita dai lavoratori, che sono oggi una delle parti più deboli del paese insieme ai giovani. Il governo non si sottrarrà a questo impegno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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