Talco "probabilmente cancerogeno": cosa c’è da sapere

Secondo nuove valutazioni dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, il talco potrebbe provocare il cancro sull'essere umano: i risultati sono comunque limitati, quali sono le nuove evidenze e i consigli

Talco "probabilmente cancerogeno": cosa c’è da sapere
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La soglia d'allerta è stata alzata ufficialmente: l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha modificato le linee guida mondiali circa la pericolosità del talco, minerale diffuso ovunque molto utilizzato per l'igiene intima, classificandolo come "probabilmente cancerogeno per l'uomo" dalla rivalutazione pubblicata sulla rivista The Lancet Oncology.

Le nuove evidenze

In attesa che nel 2025 vengano pubblicate nuove evidenze scientifiche, poche settimane fa un gruppo di scienziati di 13 diversi Paesi si è riunito al quartier generale generale Iarc, a Lione, in Francia, per valutare quanto fosse cancerogeno il talco così utilizzato da molti italiani ma anche trasversalmente in decine di nazioni in tutto il mondo. Gli esperti sono giunti a questa conclusione "sulla base di una combinazione di prove 'limitate' di cancro negli esseri umani, prove 'sufficienti' di cancro negli animali da esperimento e prove meccanicistiche 'forti' nelle cellule primarie umane e nei sistemi sperimentali".

Perchè il talco è ritenuto cancerogeno

Sulla ricerca viene messo in evidenza che il talco è un minerale ad alto volume di produzione usato non soltanto in cosmetici e prodotti farmaceutici ma anche in matiere plastiche, ceramiche, vernici: chi lavora a contatto con questo minerale durante la sua estrazione è molto esposto a livello inalatorio mentre la popolazione generale può essere "esposta tramite ingestione, inalazione, via cutanea o perineale".

Chi è più esposto al rischio

A essere più esposte sembrano essere le donne per un aumento della possibilità di contrarre il cancro alle ovaie per chi ha utilizzato "il talco nella regione perineale", spiega l'Iarc, aggiungendo che "un aumento del tasso di cancro ovarico è stato osservato anche in studi che hanno esaminato l'esposizione professionale delle donne che lavorano nell’industria cartaria".

In tutti i casi, però, gli scienziati non hanno potuto escludere del tutto "la possibilità di contaminazione da talco con amianto": è per questa ragione che l'Agenzia ritiene che siano "limitate" le prove che il talco causi davvero il cancro ovarico tra le donne. Situazione differente nei topi da laboratorio tra i quali è stata osservata una maggiore incidenza "delle neoplasie maligne nelle femmine (midollo surrenale e polmone) e una combinazione di neoplasie benigne e maligne nel midollo surrenale tra i ratti maschi".

Quali sono i consigli

Per essere sicuri e non incorrere in rischi inutili, a questo punto è consigliato per tutti evitare di utilizzare il talco nelle parti intime specialmente le donne. Ciò non vuol dire che si è esposti al cancro né che siano esposte maggiormente le persone che lo hanno utilizzato una o più volte nella vita. I rischi di sviluppare un tumore "dipendono dalla dose di esposizione, dalla durata e dalla modalità di contatto con il talco", ha spiegato a SkyTg24 Alejandro Pérez Fidalgo, assistente medico nel reparto di oncologia dell’Ospedale Clinico di Valencia. In ogni caso, sono tanti i limiti di questa ricerca viste che le simulazioni sugli animali da laboratorio "non sempre si verificano negli esseri umani", ma "dimostrano la capacità del talco di indurre tumori in laboratorio".

La nuova monografia ha riportato il talco "come una sostanza probabilmente cancerogena: l’uso dell’avverbio probabilmente viene dalla non certezza degli studi fatti sull’uomo, mentre che il talco sia cancerogeno è dato con evidenza assoluta su modelli animali e preclinici", ha spiegato al Corriere la prof.

Domenica Lorusso, Direttore della Ginecologia Oncologica di Humanitas San Pio X di Milano e Ordinario di Ostetricia e Ginecologia dell'Università Humanitas. Per queste nuove evidenze, comunque, "è prudente evitarne l’uso: è vero che non parliamo di una sostanza sicuramente cancerogena, ma non ha molto senso rischiare".

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