La rincorsa del Polo non si ferma: recuperati altri due punti all’Ulivo

Secondo l’esperto del Corsera solo il 4 e mezzo per cento separa la Cdl dal centrosinistra. Ma Prodi non ci crede

Antonio Signorini

da Roma

La Casa delle libertà accorcia le distanze e insidia il primato dell’Unione nei sondaggi elettorali. A sostenere la tesi di un sostanziale testa a testa tra le due coalizioni non è più solo il premier Silvio Berlusconi. Ieri, ad esempio, un’indicazione della tendenza l’ha data il politologo Renato Mannheimer, che periodicamente effettua e commenta sondaggi sugli orientamenti elettorali degli italiani. Quello pubblicato ieri dal Corriere della Sera attribuisce al centrodestra il 47 per cento delle intenzioni di voto contro il 51,5 per cento del centrosinistra. Per i partiti della coalizione di governo è un balzo in avanti di circa due punti percentuali rispetto al precedente sondaggio effettuato due settimane fa. Segno - osserva il sondaggista - che ha funzionato «l’insistenza nella presenza mediatica di Berlusconi», ma anche che hanno fatto breccia «gli ultimi provvedimenti legislativi». A trainare la rimonta del centrodestra sarebbe soprattutto Alleanza nazionale e anche i partiti minori della coalizione, capaci di intercettare gli elettori di area tentati dall’astensione. Un segnale che dentro l’alleanza sta diminuento la popolarità del premier? No perché la popolarità del presidente del Consiglio, secondo il sondaggio, sta crescendo, anche se di poco. Aumenta anche la percentuale di chi - a prescindere dall’orientamento politico - prevede una nuova vittoria del centrodestra. Anche in questo caso a calare sono i «non so», chi cioè fino ad ora ha preferito non esprimersi.
Il nuovo sondaggio non ha colto di sorpresa il premier che ha visto confermare quello che ripete da mesi. Il leader dell’Unione, Romano Prodi, ha invece spiegato di non credere alla rilevazione di Mannheimer. Il centrodestra «non è affatto in rimonta. E lo sanno tutti», ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento.
Il riferimento di Prodi è probabilmente a un altro sondaggio di Swg pubblicato dal settimanale L’Espresso che dà - al contrario di quello del Corsera - la Cdl in lenta discesa, ma con un distacco identico a quello di Mannheimer: 4,5 punti percentuali.
Poco prima anche Tsn Abacus si è cimentata in una statistica diffusa da SkyTg24 che dà il centrodestra al 45,5 per cento contro il 51 della sinistra. Con Forza Italia in calo, intorno al 20,5 per cento. La sfida per tutti i partiti - concordano politologi e politici - è quella di convincere gli elettori della propria area e strapparli all’astensionismo.
E che nel centrodestra la sfida riguardi soprattutto Forza Italia non lo nascondono nemmeno gli azzurri. «Se Forza Italia riesce a recuperare 2-3 punti vinciamo le elezioni. Ci dobbiamo credere, dobbiamo farcela», ha detto ieri il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani. Il sondaggio di Mannheimer, secondo Schifani, dà Forza Italia in recupero «di un punto e mezzo, mentre i nostri alleati si attestano in percentuali storiche». Forza Italia, quindi, «è fondamentale per vincere».
A giocare a sfavore del centrodestra potrebbe essere paradossalmente la legge elettorale voluta dalla stessa maggioranza. Almeno questa è l’opinione di Stefano Draghi, esponente dei Ds e «mago dei numeri» del vecchio Pci.

È stato lui a spiegare che la nuova legge elettorale rischia di diventare per Berlusconi una «camicia di Nesso perché anche guadagnando qualche punto non riuscirà a guadagnare seggi. Le elezioni le vincerà chi supererà l’avversario. E non servirà a nulla rosicchiare uno-due punti percentuali».

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