Bagno di sangue in vista a Rio de Janeiro. Il Primeiro Comando da Capital (PCC) avrebbe dato inizio ad una operazione di fornitura massiccia di armi da guerra a fazioni di narcos alleate che controllano alcune favelas della “cidade maravilhosa”. L’informazione è del Servizio di Intelligence della Polizia Civile di São Paulo, megalopoli dove il PCC ha le sue radici.
Nello specifico, il gruppo criminale avrebbe già consegnato almeno 17 fucili d’assalto alla fazione Amigos dos Amigos (ADA), che opera principalmente nella Favela da Rocinha, arroccata su una collina della zona sud di Rio de Janeiro, a due passi dalle famose spiagge di Leblon e Ipanema. Le modalità di trasporto dell’arsenale non sono state precisate, ma secondo i funzionari dell’intelligence brasiliano le armi servirebbero per scatenare un’offensiva contro il Comando Vemelho (CV), gruppo di narcos rivale del PCC che controlla il traffico di droga in gran parte delle favelas di Rio de Janeiro.
Il trasferimento dei fucili è un segnale di allarme che preannuncia lo scoppio di una violenta guerra tra narcotrafficanti per il controllo del territorio, a meno di una settimana di distanza dal massacro del carcere di Manaus, dove sono stati uccisi 60 detenuti a colpi di machete, tutti membri del PCC. I responsabili di questa strage sarebbero membri della gang della Família do Norte (FDN), fazione che domina le regioni settentrionali del Brasile, controllando traffico di droga e armi dai Paesi confinanti, alleata del CV. Meno di 48 ore dopo, il PCC si è vendicato massacrando 31 detenuti in carceri a Roraima, tutti affiliati alla FDN. E questa carneficina sarebbe solo un timido antipasto di ciò che potrà accadere a Rio de Janeiro nelle prossime settimane.
Il PCC fornisce regolarmente armi ai suoi alleati di Rio de Janeiro. La Polizia Civile di São Paulo ha reso noto che la fazione criminale avrebbe già fornito almeno 14 fucili d’assalto ai “partner” cariocas nel secondo semestre del 2016. Alcuni integranti del PCC si sarebbero addirittura trasferiti nella Rocinha per aiutare gli alleati nelle operazioni di controllo del narcotraffico locale.
Alleati negli anni ’90, i banditi del PCC e del CV hanno rotto i rapporti nel giugno del 2016, dopo la morte del boss dei narcos Jorge Rafaat Toumani in un’imboscata a Pedro Juan Caballero. Rafaat, che controllava il traffico di stupefacenti e armi nella frontiera con il Paraguai, è stato ucciso dopo una vera e propria battaglia campale durata mezz’ora tra i membri della sua scorta e decine di misteriosi uomini fortemente armati. Il boss è stato freddato solo grazie all’uso di una mitragliatrice antiaerea calibro .
50, che ha perforato la blindatura del suo veicolo. Secondo Gakiya, dopo questo omicidio, il PCC ha iniziato a dominare la regione di frontiera, una vera e propria miniera d’oro del narcotraffico, senza dividere gli introiti ottenuti con il CV.@carlocautiRivolta nel carcere a Manaus Orrore tra morti e decapitati
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