Roma - "Nessuno di noi ha mai percepito soldi che non poteva avere". Questa la difesa dell’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano in una conferenza stampa che si è svolta a Roma. "Io mi sono trovato di fronte ad un bivio - ha spiegato Garofano - o soccombere o dare delle risposte ai cittadini. Per questo si è deciso di fare consulenze nell’orario d’ufficio, ma di queste nessuna è stata fatta percependo dei soldi. Tutte consulenze concordate e autorizzate con le procure. Tutto il nostro lavoro è stato fotografato severamente sui nostri registri che ho già esibito alla procura militare".
Scelta di efficienza Il Ris di Parma ha fornito consulenze, negli ultimi anni, per i principali delitti e gialli del nord Italia. Dal caso Cogne al sequestro e l’omicidio di Tommaso Onofri, dal duplice omicidio Donegani al giallo di Garlasco. "Per dare risposte al Paese - ha detto ancora Garofano - le stesse procure con una delega mi autorizzavano a svolgere questa attività. Anche perché non avremmo mai potuto dare risposte rapide con consulenze fatte fuori dall’orario di servizio. Questa è stata una scelta per puntare all’efficienza, ovvero dare risposte esaustive in tempi contenuti".
Oltre seimila casi L’ex comandante del Ris ha spiegato che su 6.440 casi esaminati dal suo ufficio nel 2008, solo il 2% circa è stata remunerata e solo per l’attività svolta fuori dell’orario di lavoro. Il denaro percepito quindi rappresentava anche una "salvaguardia per colmare gli stipendi dei carabinieri", ma soprattutto per rimborsare le spese per l’uso dei reattivi, delle polveri per le impronte, delle foto. "La procedura adottata a Parma - ha sottolineato Garofano - ha generato una maggiore efficienza ed ha fatto risparmiare allo Stato molti soldi. Proprio per questo molti procuratori mi hanno espresso la loro stima in questi giorni".
La difesa: vogliamo il processo "Noi abbiamo portato il generale Garofano - ha detto l’avvocato Eraldo Stefani, legale dell’ex comandante del Ris di Parma - alla procura di Parma per delle dichiarazioni spontanee rese al magistrato, confermando i verbali di interrogatorio svolti dai difensori.
Ora noi chiediamo o che si archivi la vicenda oppure che il generale Garofano venga processato. Vogliamo noi il processo davanti ai giudici di questo Paese perché riteniamo che questo è indispensabile nel momento in cui si continua con la pubblicizzazione delle indagini preliminari".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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