Roma - Enel da una parte, Finmeccanica dall’altra, e un occhio alle Poste. Nel tavolo per la spartizione delle poltronissime nelle aziende chiave dell’economia italiana stavolta c’è anche la Lega, decisa a far pesare la sua fedeltà (spesso impegnativa) al Cavaliere. Il dossier è curato in prima persona dalla mente economica del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, con la «consulenza» del bocconiano Massimo Garavaglia, vicepresidente della commissione Bilancio del Senato, anche lui come Giorgetti (a sua volta presidente della Bilancio alla Camera) di area strettamente «maroniana». È questa la corrente che decide i candidati leghisti per i cda delle banche o delle super-aziende, che entro il 28 aprile dovranno rinnovare i propri vertici. La Lega è in corsa (in una partita a due col Pdl, visto che i convitati del passato, Fini e Casini, stavolta sono fuori) per tre posizioni complessivamente, secondo un metodo Cencelli che assegna quella quota alla Lega sui nove posti a disposizione della politica. La prima è quella di ad in Finmeccanica, la seconda è la presidenza dell’Enel, l’ultima ad di Poste italiane. T
utto dipende da una serie di incastri e variabili molto complesse, in cui sembra di poter intravedere alcune ipotesi più probabili di altre, come la riconferma di Paolo Scaroni e Fulvio Conti come ad rispettivamente di Eni e Enel. Si dà in uscita il «centrista» Piero Gnudi (molto amico di Casini) che così libererebbe la presidenza dell’Enel, casella che fa molto gola alla Lega. Qui gli uomini di Bossi hanno un nome da spendere, quello dell’attuale consigliere d’amministrazione Enel, Gianfranco Tosi, solo omonimo del sindaco di Verona, ma anche lui leghista con marchio Dop. Il Tosi di Enel (ingegnere meccanico, da nove anni nel cda dell’azienda) è infatti l’ex sindaco di Busto Arsizio, fedele a Giorgetti e Maroni, non in ottimi rapporti invece con l’altra fazione insubre della Lega, quella di Marco Reguzzoni e Francesco Speroni (che poi è il suocero del capogruppo alla Camera).
L’altra partita in cui sta giocando la Lega è quella che riguarda Finmeccanica. Il Carroccio è interessato ad entrare nelle nomine non solo per il peso politico della società attualmente guidata da Guarguaglini, ma anche per una sorta di competenza territoriale, visto che due controllate come Alenia Aermacchi e Agusta Westland hanno sede proprio a Varese, cuore del leghismo economico. Non è un caso che Dario Galli, ex presidente leghista della Provincia di Varese, sia già uno dei membri del Cda di Finmeccanica. Per questa tornata la Lega di Giorgetti punta ai vertici di Finmeccanica, presidenza o carica di ad che al momento fanno capo a Guarguaglini, indebolito dall’inchiesta che ha coinvolto la moglie. La Lega spinge per Giuseppe Orsi, attuale ad (con ottime performance) di Agusta, uomo non di partito ma stimato dalla Lega. Non risultano invece sponsorizzati dalla Lega altri due manager che sono stati dati come «leghisti» dal Sole24Ore, cioè Danilo Broggi (ad di Consip) e Giuseppe Bono (Fincantieri). Sembra che Bono sia caduto in disgrazia con Maroni e Giorgetti, e molta freddezza si registra anche su Broggi.
Per Poste andrebbe invece benissimo un «tremontiano» come Massimo
Ponzellini, grande amico della Lega, presente anche alla famosa «cena degli ossi» con il segretario federale della Lega. In attesa che cresca la squadra di top manager amici del Carroccio, purché veri e non di occasione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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