"Che volete fare?", chiede sprezzante il Senatùr prima del voto. Gli risponde, sorridente, Massimo D'Alema: "E' chiaro quello che vogliamo fare: cerchiamo di mandarvi a casa. E' il compito di ogni opposizione". Dopo una mattinata tesissima fatta di vertici e summit, il Rendiconto dello Stato - documento amministrativo e non politico - passa alla Camera con 308 voti. "Il governo non ha la maggioranza", ha subito sbottato il leader del Pd Pierluigi Bersani al termine del voto facendo pesare quei 321 deputati che hanno deciso di astenersi (video). Dai dipietristi al Terzo Polo, dai democratici ai frondisti del Pdl optano per il non voto per far passare il Rendiconto e al tempo stesso lanciare un chiaro segnale: il governo non ha più la maggioranza in parlamento. Da qui la decisione presa dal premier Silvio Berlusconi di incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Cavaliere avrebbe manifestato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto alla Camera. Una volta approvata la legge di stabilità il premier rimetterà il suo mandato.
"La situazione è sempre più drammatica, dobbiamo dire al mondo che cambiamo squadra e guida al governo", ha detto in mattinata Bersani senza cambiare di una virgola il mantra ripetuto (fino allo sfinimento) negli ultimi mesi. "In queste ore si sta aggravando un problema - ha avvertito il segretario democratico - è sempre più difficile trovare chi compra il nostro debito, chi ci dà i soldi lo fa a prezzi micidiali, la cosa diventa di ora in ora più seria e più drammatica". E il delicato voto a Montecitorio è stato trasformato dal centrosinistra in una sfiducia al Cavaliere. Sono i numeri a contare. Come già annunciato in mattinata i deputati Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli e l'ex fli Antonio Buonfiglio non hanno partecipato al voto. I malpancisti del Pdl hanno, infatti, ribadito la necessità che Berlusconi "favorisca la nascita di un nuovo governo con la più ampia base parlamentare". Posizione subito accolta da Luciano Sardelli che ha annunciato una riunione per "costruire al più presto un nuovo gruppo" che sia il "seme dell’unità dei moderati". Si astiene, a sorpresa, il pdl Franco Stradella, mentre Gennaro Malgieri arriva in ritardo ("Se fossi stato presnete avrei votato a favore").
Subito dopo il voto, Berlusconi ha controllato il tabulato dei voti, che gli è stato consegnato dalla sottosegretaria Laura Ravetto, e ha detto di sentirsi tradito dagli astenuti. I fotoreporter hanno immortalato un biglietto (nella foto) sul quale Berlusconi ha definito "traditori" gli esponenti della maggioranza che gli hanno voltato le spalle. E si è poi appuntato frasi del discorso di Bersani pronunciato dopo il voto: "Prenda atto". Un appunto successivo recita: "Presidente della Repubblica". E infine: "Dimissioni". Al di là di tutto, Berlusconi avrebbe ammesso coi suoi che "esiste un problema di numeri" che andrà verificato alle Camere. Alle 19 è quindi salito al Colle per parlare di Napolitano. Si è trattato di un confronto di poco meno di un'ora durante il quale non sono state consegnate le dimissioni. Secondo voci vicine al Colle, Napolitano sarebbe orientato a favorire una soluzione rapida, senza tentennamenti o dilazioni temporali. Da qui l'ipotesi del Cavaliere di varare subito il ddl stabilità, che contiene le misure anti crisi chiedute dall'Unione europea, poi le dimissioni. "Daremo ai mercati il segnale che facciamo sul serio", ha spiegato il premier al Tg5 specificando che dopo di lui l'unica strada sono le elezioni. Poi, al Tg1, ha spiegato che la situazione parlamentare "conferma la fotografia esatta della realtà: non sarebbe pensabile dare responsabilità di governo a chi ha perso le elezioni, in democrazia si fa così".
Nelle file dei malpancisti Isabella Bertolini, berlusconiana della prima ora, non ha voluto chiedere al Cavaliere di "fare un passo indietro", ma di "farne uno in avanti e di assumere un’iniziativa politica". Per questo ha preferito votare compatta con la maggioranza. Insomma, l’asticella della maggioranza si ferma a 308, un risultato di gran lunga più basso di quel 316 ottenuto durante l'ultima. Da allora sono, infatti, venuti a mancare i deputati D’Ippolito, Bonciani e Carlucci che, nei giorni scorsi, sono passati all’Udc. L’assenza di Francesco Nucara (ricoverato in ospedale) era stata riequilibrata dal nuovo deputato D’Alessandro, mentre Alfonso Papa risulta ancora agli arresti domicialiri. Il timore a questo punto è che il Quirinale possa tornare ad invocare garanzie di governabilità. Berlusconi continua a ripetere di fidarsi di Giorgio Napolitano che, a suo dire, "si è comportato sempre correttamente".
L'opposizione ha deciso compatta di astenersi con il solo scopo di dimostrare che il governo non ha la maggioranza assoluta. Risultato ottenuto. La decisione era stata presa questa mattina al termine della riunione dei capigruppo di opposizione. "Dal nostro punto di vista assicuriamo che il Rendiconto venga approvato, quando per prassi, l’opposizione vota contro il Rendiconto - ha spiegato il finiano Benedetto Della Vedova - è un modo per assicurare che il provvedimento passi ma crediamo sia la maggioranza a dover dimostrare su quante divisioni residue conta ancora". Alla riunione erano presenti anche i Radicali, Rita Bernardini e Maurizio Turco: "Anche noi non partecipiamo al voto". Dal vertice è uscito infatti un rapporto rinsaldato con i Democratici. Lo stesso Marco Pannella ci ha tenuto a sottolineare che entrambi sono "contro le elezioni".
Ieri sera ad Arcore Berlusconi ha tenuto una prima riunione sull'eventualità di andare al voto anticipato.
Secondo voci vicine al presidente del Consiglio, non solo sarebbero già stati prenotati diversi spazi elettorali, ma sarebbero anche già stati spuntati i primi bozzetti con la scritta "Italia sempre" e "Italia viva", con il logo e i colori che si ispirano a quelli che furono di Forza Italia. La prima data utile per le elezioni è quella del 20 febbraio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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