Ritorna Mehldau spirito geniale della tastiera jazz

Questa sera e domani sera, per quattro set complessivi, c'è il grande ritorno al Blue Note del pianista Brad Mehldau, in trio con Larry Grenadier contrabbasso e Jeff Ballard batteria. I suoi ultimi concerti nel club milanese ebbero luogo nel marzo 2008 con la stessa formazione, e al pianista di Jacksonville (39 anni compiuti in agosto) venne dato un premio molto ambìto. Il club di via Borsieri festeggia l'anniversario della fondazione in marzo: in tale occasione offre ogni volta un omaggio a un musicista di fama internazionale, ovviamente invitato apposta a tenere un concerto. Mehldau è la più brillante rivelazione del jazz americano degli ultimi quindici anni. E' il caso di ricordare che l'impulso decisivo alla sua notorietà gli arrivò dall'Italia. Accadde nell'edizione estiva di Umbria Jazz 1997. Mehldau, già adocchiato dagli intenditori più attenti come pianista del sassofonista Joshua Redman, che lo aveva licenziato per la sua vita disordinata - ora per fortuna irreprensibile - fu scritturato per una settimana di concerti a mezzanotte in un teatrino di Perugia capace di un centinaio di posti. Allora c'era alla batteria Jorge Rossy, che in seguito ha lasciato il trio per proseguire la sua carriera come pianista. Nella prima sera gli spettatori furono una ventina, nell'ultima quasi duecento che fecero ammattire pompieri e polizia. Ci fu anche un brano standard, Moon River, interpretato da Mehldau in modo così struggente da essere richiesto a gran voce ogni sera. Il pianista venne subito invitato a suonare in solo al Festival di Montreux. E venti giorni dopo incideva dal vivo in trio, al Village Vanguard di New York, l'album The Art Of The Trio vol.2 per la Warner, che contiene sei brani compreso Moon River. Oggi Mehldau vanta accesi ammiratori in tutto il mondo che lo seguono con molta attenzione nei concerti e nei dischi e non mancano di fargli sapere le loro opinioni. Per esempio, non hanno troppo gradito la sua collaborazione in duo, in quartetto e in due dischi, con il chitarrista Pat Metheny. Sostengono che Mehldau deve suonare in solo o in trio, e da qualche tempo manifestano preoccupazione perché l'ultimo cd è il doppio Trio Live per Nonesuch, anch'esso realizzato al Village Vanguard. La data di uscita nei negozi di tutto il mondo è stata il 25 marzo 2008, quindi recente, ma la registrazione risale all'ottobre 2006. Tre anni, dicono, sono troppi. Questi ammiratori (ma è più giusto chiamarli almeno in parte fan, nel senso originale della parola: fanatici) osservano addirittura che la posizione di Mehldau rispetto al pianoforte è cambiata: il corpo continua ad essere inclinato a sinistra ma il volto non sfiora più la tastiera come nel passato, quando favorì alcune fotografie che lo mostravano privo della testa. Al Blue Note ci sarà modo di verificare.

Quanto al doppio cd Trio Live, è molto bello (salvo un brano, Black Hole Sun che dura 25 minuti, troppo lungo perfino dal vivo) ed è tuttora degno di rappresentare il trio com'è oggi. Se poi ne arriverà presto un altro, sarà il benvenuto.

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