Roma - Achille Lollo, 38 anni dopo, non parla. Si è rifiutato di rispondere alle domande del pubblico ministero. A quasi 38 anni dal rogo di Primavalle, Achille Lollo, l’ex leader di Potere Operaio, che per quella tragedia, che causò la morte di Virgilio e Stefano Mattei, è stato condannato a 18 anni di reclusione oggi è tornato in Procura a Roma ma si è avvalso della facoltà di non rispondere in qualità di persona imputata in procedimento connesso.
Lollo sentito in procura Il motivo per il quale è stato ascoltato Lollo nell’ambito dell’inchiesta sul rogo di Primavalle è tutto in un’intervista che lo stesso Lollo rilasciò dopo che la corte d’appello di Roma aveva sancito la prescrizione ed estinzione della sua condanna. La sua lunga latitanza in Brasile, da cui è tornato pochi mesi fa, finì una volta che i giudici stabilirono che la pena a 18 anni di reclusione non andava più scontata. Lollo nell’organizzazione dell’attentato, in quella intervista rilasciata al Corriere della sera nel 2005, coinvolse altri tre ex simpatizzanti della formazione Potere operaio: Diana Perrone, Elisabetta Lecco e Paolo Gaeta. In seguito a quelle parole gli stessi furono iscritti sul registro degli indagati per il reato di strage. Ulteriori accertamenti però sono stati negli anni impediti dal fatto che Lollo non si mise mai a disposizione degli inquirenti che gli chiedevano l’audizione tramite rogatoria.
I contenuti dell'interrogatorio Massimo riservo sui contenuti dell’interrogatorio: il pm Luca Tescaroli ha lasciato gli uffici della Procura di piazza Adriana senza rilasciare alcuna dichiarazione.
Intorno al palazzo alcuni manifestanti, appartenenti a sigle di estrema destra, hanno manifestato contro l’ex esponente di Potere Operaio scandendo slogan e chiedendo "giustizia per una tragedia che ha segnato la storia di Roma".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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