Torino - Dopo l'inferno di Roma, dopo gli arresti, dopo le polemiche sulla sicurezza e dopo una ferita devastante che le vie di Roma, assaltate e violentate come fossero terra di conquista, si porteranno dietro per molto tempo, l'incubo non è finito. In un'intervista un Black bloc ha detto testualmente: "Vi do una notizia. Non è finita...". Il prode eroe moderno, che coraggiosamente ha messo a ferro e fuoco Roma a volto coperto e si fa intervistare in forma anonima, si riferisce con quelle parole che sanno tanto di minaccia alla manifestazione No Tav in Val di Susa di domenica prossima.
La tensione comincia a salire e i comunicati che arrivano sul web sono poco incoraggianti. I teppisti di Roma hanno detto di aver fatto il "master" in Grecia durante le rivolte per la crisi economica, i No Tav invece si sono allenati al "tiro al poliziotto" per tutta l'estate in val di Susa e adesso puntano a Chiomonte. Sono ore febBrili per la questura e la prefettura di Torino. Ad essere preoccupato è anche il sindaco del capoluogo piemontese Piero Fassino che per mercoledì parteciperà ad una riunione con tutte le autorità per studiare un piano adeguato ai rischi di domenica. Intanto le cesoie vanno a ruba. Sono più di trecento quelle vendute negli ultimi giorni dai negozianti della valle.
Gli ultimi rapporti dei servizi sulla situazione in val di Susa sono allarmanti. I rapporti fanno luce su un dettaglio non trascurabile: gli abitanti della valle che di solito sono contro l'uso della violenza, starebbero iniziando a sposare la causa dell'uso delle armi purché serva a dare visibilità alla causa. Già l'estate scorsa , il 3 luglio, è stata combattuta una battaglia durata una giornata intera sul "campo" di Chiomonte che ha provocato 400 feriti. Ma l'elemento che non dà il tempo di dimenticare i fatti di Roma è il tam tam sul web che prepara il terreno per l'appuntamento del 23 ottobre. "Domenica la val di Susa dimostrerà che aprire i cantieri è una speranza vana: migliaia di cittadini marceranno per tagliare le reti, per aprire varchi nel recinto. In migliaia taglieremo le reti invitando chi sta dall’altra parte a desistere da violenze e rappresaglie, dal lancio di lacrimogeni e quant’altro: se l’invito non verrà accolto ci difenderemo dai gas, e chi dovesse dare l’ordine di aggredire cittadini pacifici che chiedono giustizia se ne assumerà la responsabilità di fronte al paese che ci guarda ". Così recita il comunicato del Comitato No Tav-Torino.
Sembra una dichiarazione di guerra più che un invito ad una manifestazione. Ora bisogna capire cosa succederà. Ma di sicuro bisogna fare attenzione perchè se alle parole dei comunicati seguiranno i fatti dovremmo prepararci ad un'altra calda domenica di questo fredissimo ottobre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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