La Roma centra il record senza il piedino di Totti

Lazio ko nel derby: il primato nella sfida più sentita. Sensi in lacrime

Marcello Di Dio

da Roma

Il record assoluto di vittorie consecutive (undici) nella serata del derby con la Lazio. Meglio di così la Roma non poteva sperare, entrare nella storia nella partita più sentita. Gli occhi lucidi di Francesco Totti, costretto dall’infortunio a seguire la stracittadina al fianco della panchina giallorossa, l’abbraccio dei compagni al capitano che alla fine sventolerà la bandiera della Roma sotto la curva Sud e il tecnico sepolto dall’abbraccio dei giocatori sono le immagini più belle della partita dell’Olimpico. Che non sarà ricordata negli annali del calcio (se non per il record della Roma), ma che rimane agonisticamente viva almeno fino a quando la squadra di Spalletti non chiude la pratica dopo poco più di un’ora. «Avrei preferito stare in campo, ma ho scelto lo stesso di stare vicino ai miei compagni perché lo meritavano e loro hanno risposto alla grande», le parole del capitano della Roma dopo il successo più atteso dalla città di fede giallorossa. Ha sofferto Totti durante il match, come probabilmente soffrirà oggi vedendo le immagini degli azzurri a Coverciano e mercoledì mentre seguirà, solo in tv, Italia-Germania.
Stadio pieno, solo le tribune Monte Mario e Tevere presentano spazi vuoti, anche per una questione di sicurezza. E tranne qualche episodio triste prima del match fuori dallo stadio, sulle tribune non accadrà nulla. In campo la tensione si taglia a fette, ma non ci saranno interventi cattivi. Nel primo tempo la Lazio parte forte, attua un pressing alto che non fa ragionare gli avversari. I biancocelesti sono sempre in anticipo sul pallone, con la Roma che a lungo resta a guardare senza poter uscire dalla propria metà campo. Nei primi venti minuti Behrami, supportato da Oddo che nello stesso tempo tiene a bada il pericoloso Mancini, scende ripetutamente sulla destra. E su uno dei cross del kossovaro dal passaporto svizzero, Rocchi anticipa un addormentato Chivu e coglie il palo al 18’.
I brividi per l’occasionissima laziale scuotono la Roma che pian piano esce dal guscio con qualche azione di rimessa. Montella arriva in area senza riuscire a concludere grazie al provvidenziale intervento di Manfredini (che nella circostanza si infortuna e lascia il posto a Bonanni) e beccandosi un pesante rimprovero da Mancini, libero sulla sinistra. E improvviso arriva il gol della Roma, tutto di marca brasiliana: Mancini si conquista un corner dopo l’ennesimo intervento di Oddo in chiusura, lo batte a cercare la testa di Taddei che “spizza” il pallone e supera Peruzzi. Totti, nonostante il tutore alla gamba sinistra, salta abbracciando Bruno Conti e riceve una manata sulla testa da un compagno (la classica esultanza dopo un gol giallorosso) È il 31’ e il gol subito ghiaccia la Lazio, che fatica a riprendersi. Anche se Di Canio (prestazione positiva e soprattutto non isterica la sua) ci prova dal limite dopo un bel cross di Oddo e un’esitazione fatale di Liverani.
La partita non decolla nemmeno nella ripresa: la Lazio prova ad attaccare i giallorossi senza però creare pericoli a Doni nonostante siano molti i cross piovuti in area; la Roma agisce di rimessa non forzando i tempi, ma dando comunque l’impressione di una grande solidità.

E quando il romano doc di Montesacro Aquilani appoggia in rete di piatto al 18’, dopo un’azione travolgente sulla sinistra di Mancini, il match può dirsi concluso. Con la festa finale e le lacrime del presidente Sensi: tutti i romanisti hanno addosso la maglia numero dieci e la scritta forza capitano. Anche senza Totti, la favola può continuare.

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