Roma e Torino «gemellate» nel ricordo di Pasolini

Molte novità soprattutto in Campania, dove da pochi mesi sono aperti il Palazzo delle Arti e il Donna Regina a Napoli e l’Arcos a Benevento

Roma e Torino «gemellate» nel ricordo di Pasolini

Alla ripresa autunnale gli appassionati d’arte contemporanea troveranno aperti diversi nuovi musei. Le novità sono concentrate soprattutto in Campania, dove nel giro di pochi mesi se ne sono inaugurati tre. Il primo, nella sede di Palazzo Roccella a Napoli, è stato il PAN (Palazzo delle Arti Napoli) affidato a un direttore di sicura esperienza internazionale, Lorand Hegyi, con una mostra, «The giving person», che interpreta l’opera dell’artista come dono attraverso presenze come Abramovic, Oppenheim, Pistoletto, Opalka... A giugno ha aperto il MADRE (Museo d’Arte Donna Regina) nel cuore della vecchia Napoli con dodici installazioni permanenti appositamente realizzate da Kounellis, Lewitt, Long, Clemente, Fabro, Koons, Kapoor, Paladino, Paolini, Horn, Serra, Bianchi. A dicembre il museo, diretto da Eduardo Cicelyn, curato da Mario Codognato (il tandem cui si devono gli eventi di piazza Plebiscito) e restaurato da Alvaro Siza, aprirà la sua ipotesi di collezione con prestiti a lungo termine e donazioni da Fontana a Damien Hirst. A Benevento è nato ARCOS (Arte Contemporanea Sannio, acronimo scelto attraverso un sondaggio on line). Si avvale della consulenza di Danilo Eccher che ha curato la prima mostra «...O luna tu... il notturno come spazio della fantasia» con belle installazioni di Paladino, Zorio, Salvadori, Nunzio, Dessì, Cabrita Reis, Rabah, van Lieshout, Wurm...
A Roma MACRO presenta le raffinate installazioni di Wolfgang Laib; l’Istituto Svizzero una mostra dedicata al fumetto; dopo l’installazione di Gary Hill al Colosseo, torna la prima manifestazione che ha portato l’arte contemporanea nei siti archeologici, «Giganti» (a cura di Ludovico Pratesi e Alessandra Maria Sette), con quattro sculture di Tony Cragg al Foro di Cesare. A Villa Massimo prosegue la serie di confronti con due grandi nuovi quadri di Sean Scully e di Domenico Bianchi. Per tutto l’autunno si svilupperà «Pasolini 30 anni dopo. Uno tra noi», una serie di manifestazioni organizzate, nell’anniversario della morte, dal Comune di Roma: mostre, letture, spettacoli teatrali, incontri, retrospettive dei film, anticipate dalla presentazione al Festival di Venezia della copia restaurata dalla Cineteca Nazionale di Salò, coinvolgeranno il Museo di Roma, le Biblioteche, il Teatro Argentina, l’Ambra Jovinelli, l’Auditorium, Villa Medici, il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Casa del Cinema.
All’Archivio di Stato di Torino una mostra, che approderà poi alla Calcografia a Roma, mirata su un aspetto particolare: le opere che alcuni artisti hanno dedicato a film di Pasolini, dal compagno di strada Mauri fino ai più giovani Moffat, Chodzko, Toderi. Torino è in questo momento città fervida di iniziative: in settembre il Castello di Rivoli presenta «Dall’occhio elettronico», la collezione video del museo (a cura di Marcella Beccaria), con le più recenti acquisizioni: da Nauman e Matta-Clark a Vezzoli e Beecroft; in ottobre la GAM ospita la mostra a carattere antologico della fotografa Elisabetta Catalano, la maggiore ritrattista italiana, presentando anche aspetti inediti del suo lavoro; in novembre, nel periodo della fiera Artissima, i due musei, insieme alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, organizzano la prima edizione di «Torino Triennale Tremusei» intitolata «La sindrome di Pantagruel» (a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Francesco Bonami) articolata in due sezioni: una, più sperimentale, presenta 75 giovani artisti (Allora e Calzadilla, Amorales, Hein, Hugonnier, Jankowsky, Sigurdadottir, gli italiani Frosi e Di Martino...), l’altra personali dei già affermati Doris Salcedo e Takashi Murakami.
La GAMeC di Bergamo presenta un originale e interessante progetto sulla guerra, «War is over. 1945-2005 la Libertà dell’arte da Picasso a Warhol a Cattelan», che i curatori (Giacinto Di Pietrantonio e Cristina Rodeschini) hanno diviso in sezioni tematiche. La mostra consta di circa 100 opere e propone un attraversamento che va da artisti storici come Dix, Grosz, de Chirico a Richter, Kiefer, Yoko Ono e John Lennon fino ai più giovani Vece, Paci e Deller.

A Modena la Galleria Civica presenta «La mensa delle culture», organizzata da Pistoletto e Cittadellarte e «Il terzo occhio», foto di Melina Mulas sui Lama del Tibet. Infine, con un po’ di nostalgia, salutiamo «Arte all’arte»: la manifestazione che coniuga arte antica, contemporanea e paesaggio toscano si congeda dopo dieci anni.

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