Roma, inchiesta sui trans Riappare Piero Marrazzo Conferma: Cafasso ucciso

L’ex governatore del Lazio, immortalato dopo oltre due mesi, appare trasandato e ingrigito. Spunta il secondo omicidio: lo spacciatore Cafasso eliminato con eroina mascherata da coca

Roma, inchiesta sui trans 
Riappare Piero Marrazzo 
Conferma: Cafasso ucciso

Roma - Cerca di tornare alla normalità, Piero Marrazzo, dopo lo scaldalo che lo ha travolto costringendolo a lasciare la poltrona di presidente della Regione Lazio. E normalità per un padre di famiglia vuol dire anche andare a fare la spesa. Un «evento» per chi ha passato gli ultimi due mesi chiuso in casa, eccetto qualche puntata in convento, per sfuggire alla curiosità morbosa della gente e ai sempre presenti paparazzi. Che, difatti, non si sono lasciati sfuggire l’occasione di immortalarlo per la prima volta in pubblico dopo l’inchiesta sui trans che gli ha stroncato la carriera.

Le foto, sul numero di Oggi in edicola da questa mattina, ritraggono Marrazzo che spinge il carrello di un supermercato sulla via Tiberina, a metà strada tra la capitale e il complesso residenziale di Colleromano, dove abita con la moglie Roberta Serdoz. Con lui ci sono due bodyguard che non lo perdono di vista mentre sceglie tra gli scaffali cosa acquistare, paga alla cassa e carica la spesa in auto. Ha un aspetto trasandato, nulla a che vedere con quello impeccabile che aveva quando ricopriva ancora un ruolo istituzionale. Appare ingobbito, con i capelli lunghi ingrigiti dentro al suo ampio giaccone col bavero alzato. Gli occhi sono incollati al telefonino.

È passato un bel po’ di tempo da quando è scoppiato l’affaire Marrazzo, ma certo i pensieri dell’ex governatore non sono diminuiti, soprattutto ora che i magistrati lo hanno convocato nuovamente in Procura, per la terza volta, per chiedergli dei suoi rapporti con il trans Paloma, il brasiliano che ha raccontato ai pm di aver incontrato più volte l’ex presidente, anche nella sede della Regione, e di essere stato pagato con banconote da 500 euro prelevate da una libreria del suo ufficio. Appuntamenti durante i quali non sarebbe mancata la cocaina. Marrazzo in precedenza non aveva mai fatto cenno a rapporti con trans diversi da Natalie, quello ripreso con lui nel video-ricatto, e Brenda, il viado morto in circostanze ancora da chiarire nel suo monolocale in via Due Ponti. Ucciso, secondo la Procura che infatti indaga per omicidio volontario.

Sabato scorso, invece, nel terzo interrogatorio, l’ex governatore ha ammesso di conoscere Paloma, negando però di averlo incontrato alla Regione. La droga, poi, non l’avrebbe mai acquistata personalmente. Ora Paloma verrà convocato di nuovo per chiarire alcuni aspetti della sua deposizione. Interrogatori delicati, quelli di Marrazzo, sempre sul filo di un’eventuale incriminazione: una dichiarazione di troppo e la sua posizione potrebbe non essere più quella di semplice testimone.

Quello di Brenda non è il solo delitto di questa vicenda. I magistrati, infatti, stanno indagando per omicidio volontario anche sulla morte di Gianguerino Cafasso, il pusher confidente dei carabinieri infedeli (gli autori del video-ricatto) morto in un motel dopo aver assunto una dose fatale di eroina mascherata da cocaina, come confermato dalle consulenze tossicologiche e chimiche.

La Regione, intanto, smentisce che il discorso scritto dal vicepresidente della Regione Esterino Montino per l’udienza papale di domani sia stato bloccato dal

Vaticano perché conteneva riferimenti allo scandalo Marrazzo, come anticipato ieri da Repubblica. Notizia falsa, replicano dal Consiglio regionale del Lazio, perché l’intervento di Montino è stato inviato soltanto ieri mattina.

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