Per Roma una «stangata» al casello Ma il raccordo scampa al pedaggio

C’è chi ha fatto anche un calcolo a spanne: la stangata ai caselli autostradali di accesso a Roma costerà ai pendolari circa 500 euro l’anno. Da oggi infatti le auto che passeranno da nove caselli che circondano la capitale pagheranno un euro in più: Roma Nord, Fiano Romano e Roma Sud sull’A1, Roma Est, Lunghezza, Settecamini e Ponte di Nona sull’A24 e Roma Ovest e Maccarese-Fregene sull’A12. Insomma non si scappa: chiunque utilizzerà bretelle e raccordi autostradali finora gratuiti dovrà versare il balzello. E anche se il Grande raccordo anulare è formalmente ancora salvo, anche a causa dell’impossibilità di dotare in tempi tutte le trenta e passa uscite dell’anello autostradale che circonda la capitale, ciò consolerà ben poco chi uscirà da Roma o vi arriverà. A scampare al sovrapprezzo saranno di fatto soltanto i romani che utilizzano il raccordo come strada urbana, per andare da un punto all’altro della periferia. Ciò che fa gridare alla discriminazione Mario Rienzi, presidente del Codacons, che ha annunciato un ricorso al Tar: «A essere penalizzati sono esclusivamente i cittadini che abitano fuori dal Grande raccordo anulare, e che utilizzano con frequenza arterie di interconnessione come l’A24 o l’A12. Pensiamo soprattutto ai pendolari che si spostano in auto, e per i quali il nuovo balzello peserà come un macigno, creando una evidente disparità rispetto ai cittadini che invece risiedono all’interno del Gra».
Ma a Roma si parla solo del Gra. E quello, guai a chi lo tocca: il sindaco Gianni Alemanno minaccia di riccorrere alle maniere forti («se qualcuno sul Raccordo mette qualcosa per far pagare il pedaggio vado io con la macchina e lo sfondo»). E la presidente della Regione Renata Polverini si accoda, risparmiando la carrozzeria della sua auto («per i cittadini del Lazio il Grande raccordo anulare è un tragitto di strada da percorrere per andare al lavoro o a scuola. Non è immaginabile un pedaggio»). Ma ciò non toglie che la tassa sul casello istituita sui caselli di uscita dalla città rappresenta una pessima notizia per gli automobilisti e per le imprese. E Roma paga un conto molto salato: dei 26 varchi penalizzati, ben 9 solo nella nostra regione. Ciò che spinge più di uno, soprattutto a sinistra, a parlare di accanimento leghista contro la capitale: «A questo punto comincio a vedere un’ombra leghista che pesa su Roma - dice il presidente della Provincia Nicola Zingaretti -. Il bilancio di quello che sta facendo questo governo per Roma e la sua area metropolitana è: più tasse e meno servizi e non è una cosa accettabile». Tesi sposata anche dai sindacati: «L’aumento del pedaggio autostradale in entrata e in uscita da Roma ci sembra l’ennesima punizione leghista sulla citta», accusano Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Franco Simeoni, segretario generale della Cisl del Lazio, Mario Bertone, segretario generale della Cisl di Roma e Luigi Scardaone, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio.
Conto salato anche per le imprese, soprattutto quelle piccole medie: la Cna ha calcolato per le aziende del comparto della logistica uno «scontrino» al casello aumentato di 2,5-3 milioni all’anno. «Continua l’aggressione alla capitale d’Italia», sentenzia il presidente di Confcommercio di Roma e Lazio Cesare Pambianchi.

Pensa ai danni alle imprese anche il presidente della Confesercenti Valter Giammaria: «Il sistema delle piccole e medie imprese commerciali, turistiche e dei servizi, già gravemente colpite da un’eccezionale crisi dei consumi, vengono ulteriormente tartassate da scelte scellerate che, di balzello in balzello potrebbero essere espulse dal sistema produttivo con gravi ulteriori conseguenze per l’occupazione».

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