Partorisce e massacra neonata: "Non sapevo di essere incinta"

La bimba di appena un giorno non ce l’ha fatta. È morta mentre era ricoverata al Bambin Gesù per le percosse di una giovane mamma, indagata per omicidio

"Ospedale Bambin Gesù (foto di archivio)"
"Ospedale Bambin Gesù (foto di archivio)"

Un corpicino di nemmeno una settimana ha lasciato questo mondo. Una tragedia si abbatte su Roma. Ciò che resta sono la paura e quel senso di tristezza, vera, carnale, che si prova quando a morire sono piccoli indifesi. Una neonata, in questo caso. I carabinieri della compagnia di Ostia hanno fermato una ragazza romana, trentenne, con l’accusa di aver ucciso la sua bambina di appena un giorno.

La vicenda si è svolta sabato, alle prime luci dell'alba, quando la ragazza avrebbe partorito nella sua casa ad Acilia, periferia della capitale. Qui qualcosa sarebbe andato storto, la bimba sarebbe scivolata dalle mani della neomamma (ma la dinamica è ancora da ricostruire) e la madre della giovane di 72 anni, origine svedese, avrebbe chiamato il 118 raccontando che la piccola era caduta: "È caduta, è caduta", avrebbe urlato al telefono.

Secondo le dichiarazioni dell'anziana, avrebbe trovato a terra nella camera da letto la bimba con il cordone ombelicale ancora attaccato alla placenta. "Non sapevo di essere incinta. Mia figlia è caduta per terra", si sarebbe difesa la ragazza. Secondo quanto si apprende, però, sul corpo della neonata, che ha perso la vita oggi mentre era ricoverata al Bambin Gesù, ci sarebbero segni compatibili con percosse ed echimosi su tutto il corpo. La bambina sarebbe arrivata in ospedale con una ferita lacero contusa alla testa, trauma cranico e in arresto cardiocircolatorio.

Per questo la mamma, su disposizione della procura, è stata fermata dai militari che sul posto avevano effettuato i rilievi scientifici del caso. Ora si trova agli arresti domiciliari. Come detto, la donna è accusata di omicidio e ora spetta alla magistratura compiere le indagini per verificare le informazioni che provengono dai medici dell’ospedale romano.

Solo poche settimane fa un altro caso alle porte di Roma. Questa volta i protagonisti di questa storia a dir poco spiacevole sono però degli adulti. È stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio un 30enne tunisino conosciuto come Sala. L’uomo, secondo le indagini della polizia, avrebbe cercato di uccidere un rivale dopo una lite fuori da un locale accoltellandolo con un coltello da cucina. I fatti sono andati in scena a Civitavecchia in piena notte.

Erano circa le ore 3. Davanti un locale in piazza Leandra ancora affollata di gente per la movida serale è iniziata una lite per futili motivi tra lo straniero e due giovani civitavecchiesi. Al termine della discussione il tunisino si è allontanato per poi tornare, poco dopo, armato di un coltello da cucina lungo circa 30 centimetri, con il quale ha pugnalato in varie parti del corpo, alla testa ed al collo, uno dei due giovani con cui aveva litigato lasciandolo a terra esamine.

La vittima, trasportata in ambulanza al pronto soccorso, è stata ricoverata con prognosi di 15 giorni. Quando la pattuglia e gli investigatori del commissariato Civitavecchia sono arrivati, hanno sentito varie persone presenti: grazie alle descrizioni fornite, i poliziotti sono riusciti a rintracciare lo straniero che si era nascosto all’interno di un locale-magazzino, nelle vicinanze della piazza. Il tunisino aveva i segni della colluttazione sul volto e, nel lavandino della cucina, gli agenti hanno trovato il grosso coltello utilizzato come arma.

Il 30enne, irreperibile per la notifica di un decreto di espulsione, è stato sottoposto a fermo per il

reato di tentato omicidio, arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e portato in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria. Due fatti di cronaca raccapriccianti svolti sotto gli occhi increduli dei cittadini.

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