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Tra le tombe con lo spray anti-aggressione: è allarme sicurezza nei cimiteri romani

Ormai a Roma deporre un fiore sulla tomba di un defunto è diventata un'impresa. Dal Verano a Prima Porta, ad insidiare i romani che frequentano i cimiteri capitolini c'è di tutto: buche, allagamenti e ladri

Tra le tombe con lo spray anti-aggressione: è allarme sicurezza nei cimiteri romani

Dovrebbero essere luoghi di riflessione e raccoglimento, invece chi frequenta i cimiteri capitolini deve armarsi di ramazza e spray al peperoncino. Quando incontriamo Laura, in uno dei lotti del cimitero Flaminio, la troviamo con una scopa in mano: “Serve a raccogliere i pezzi di intonaco che vengono giù dal soffitto e a scacciare i piccioni che infestano i corridoi”, ci spiega. Lungo i 140 ettari su cui si estende il camposanto più grande d’Italia, regna l’abbandono.

Le palazzine che ospitano i loculi cadono a pezzi. Per non parlare dei servizi igienici, ricoperti dagli escrementi degli uccelli. Per evitare che il guano sfregi anche le lapidi, qualcuno si è arrangiato sistemando teli di nylon e aghi a protezione dei loculi. I rubinetti dei lavatoi perdono acqua in continuazione e non è raro che restino a secco. La guaina dei terrazzi, invece, in alcuni punti è completamente divelta. E così le mura sono deturpate da grosse chiazze di muffa e crepe.

All’inizio di settembre, una donna di 67 anni si è fratturata una gamba dopo essere sprofondata in una voragine nei pressi del lotto 301. Una delle tante che si incontrano lungo i viali del camposanto. Ai lati della strada, i rami caduti dagli alberi non vengono rimossi e nei prati le lapidi di marmo sono circondate dall’erba alta. “È un’indecenza”, commenta Claudio che sta sistemando dei fiori sulla tomba di sua moglie nel lotto 1. Il corridoio è tappezzato da decine di cartelli che inveiscono contro chi li ruba. I furti di fiori e oggetti lasciati sulle tombe sono all’ordine del giorno. “Li portano via appena ce ne andiamo”, ci racconta una signora.

“Sono cose che fanno male al cuore”, ci tiene a sottolineare. Ormai, ci dicono i fiorai che hanno i banchi all’esterno del camposanto, “si tende a risparmiare anche sulle composizioni, visto che fiori e vasi vengono fatti sparire sistematicamente”.



Le lamentele, ci assicurano, sono quotidiane. E riguardano anche scippi e furti nelle auto. In effetti, appena arrivate, notiamo subito le tracce di un finestrino andato in frantumi. “Una mia conoscente ha lasciato la macchina qui fuori, le hanno aperto il cofano e gli hanno rubato la borsa”, denuncia Laura che per proteggersi porta sempre con sé lo spray anti-aggressione. “Qui dentro ci dormono anche”, avverte. Il cimitero è grande come una città, la vigilanza è praticamente assente e controllare tutto quello che succede diventa impossibile.

Così il tratto di via Flaminia Nuova che va dall’ingresso principale a quello nord da anni è il punto di riferimento dei tossici della zona. “I pusher aspettano i clienti nascosti tra la vegetazione, loro si accostano con le auto e avviene lo scambio, una volta ho assistito alla scena personalmente”, racconta Valeria Campana, portavoce del Comitato cimiteri Flaminio-Prima Porta-Verano-Laurentino. L’attivista denuncia la situazione di degrado e abbandono che accomuna tutte le necropoli della Capitale. “Il Campidoglio si ricorda di questi luoghi solo per aumentare le tariffe dei servizi cimiteriali del 40 per cento”. “È inaccettabile – aggiunge – che a fronte di questo non ci sia manutenzione di nessun tipo e che i cittadini rischino la propria incolumità per fare visita ai propri cari estinti”. “Per seppellire i nostri cari – si sfoga Laura – spendiamo come minimo 8mila euro, vorremmo essere almeno messi nelle condizioni di venire qui a dire una preghiera senza rischiare di romperci una gamba o essere aggrediti”.

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