Per fermare e portare in cella qualcuno si devono avere delle motivazioni più che valide. Per alcuni clochard di Roma, però, non c'era alcun motivo. Fortunatamente la giustizia ha fatto il proprio corso e chi ha sbagliato pagherà. Un assistente capo della Polfer, Francesco Bongiorno, di 50 anni, è stato condannato per i suoi comportamenti illeciti.
Più volte aveva deciso di fermare senza motivo delle persone, privarle dei propri documenti e trattenerli per ore all'interno delle celle di sicurezza della stazione Termini senza alcun motivo. Sono sette le sue vittime, uomini e donne, clochard e non. Tutte private, per qualche ora, della propria libertà personale. La seconda sezione collegiale del Tribunale di Roma ha condannato il poliziotto a tre anni e otto mesi di carcere in quando le sue sono state decisioni prive di fondamento giuridico e materiale.
I reati contestati nei suoi confronti sono: sequestro di persona, calunnia, falso e distruzione di atti. L'ormai ex membro delle forze dell'ordine, inoltre, dovrà pagare a tutte le vittime un risarcimento. Le cifre oscillano dai 10 ai 30 mila euro, a seconda di quanto tempo le vittime hanno passato dietro le sbarre.
Gli episodi
La prima volta accade il 26 marzo del 2014. L'assistente capo blocca senza motivo e fa passare 5 ore in cella cinque senzatetto. Li rimette in libertà ma dopo 24 ore decide di fermarli di nuovo e far passare loro ben 8 ore dietro le sbarre.
Non finisce qui. L'8 giugno del 2015 viene rubato un portafogli alla stazione Termini. Bongiorni arbitrariamente decide che il colpevole debba essere uno dei clochard che aveva fermato l'anno prima. Senza spiegazioni lo arresta.
In quel caso a salvare il senzatetto ci hanno pensato le telecamere di videosorveglianza. Dalle registrazioni, inoltre, appare chiaro come il senza fissa dimora non si sia neanche avvicinato all'uomo che aveva subito il furto.
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