"Sono tutte stupidaggini, ma quale razzismo. Bianco, cinese, non ci importava". Il 17enne di Anzio che lo scorso sabato pomeriggio ha picchiato, insieme a un amico, un giovane nigeriano, si difende così dall'accusa di razzismo.
Secondo il giovane, intervistato dal Corriere della Sera, la loro sarebbe stata solamente una difesa, perché il ragazzo nigeriano "ci ha minacciati e insultati, per questo lo abbiamo picchiato, non perché era nero". Nessuna aggressione razzista, quindi, a detta del 17enne, che sostiene: "Ce ne stavamo tranquilli al bar di via Roma e a un certo punto passa questo nigeriano che al mio buongiorno risponde 've riempio de sangue', e noi gli rispondiamo. Ma quello ci minaccia, ci tira una bottiglia addosso, non ci abbiamo visto più, abbiamo solo reagito".
E sono parte le botte, ma il ragazzo è scappato. Così, i due hanno deciso di armarsi: "Siamo saliti a casa per prendere qualcosa, ma per difenderci. Non erano mazze di ferro come dicono tutti, erano solo due pezzi di legno. Abbiamo sbagliato, lo so, ma quello non era la prima volta che ci offendeva".
Il ragazzo sostiene di essersi solo difeso, ma ora la vicenda starebbe diventando "una questione politica e noi con queste storie non c'entriamo nulla". E vorrebbe dimenticare il pestaggio dell'altra sera: "C'è troppo clamore per una banale rissa in mezzo alla strada".
Intanto, però, la procura di Velletri ha chiesto la convalida del fermo per l'altro autore dell'aggressione,
che ha 18 anni. L'accusa, nei confronti del ragazzo è di lesioni aggravate dall'utilizzo di strumenti atti a offendere. Il pm, però, non ha contestato la discriminazione razziale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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