"Il campo rom va chiuso". Ma Gualtieri gli regala altri soldi

Il campo rom di Castel Romano sarò dotato di nuovo depuratore per le acque reflue. Costo dell’operazione circa 265mila euro. L'insediamento deve essere smantellato dal 2017

"Il campo rom va chiuso". Ma Gualtieri gli regala altri soldi

L’annuncio era stato fatto lo scorso marzo: il campo rom di Castel Romano, dove abitano circa 128 famiglie, sarebbe stato chiuso entro fine anno. Ed invece, ecco la sorpresa. L’area, situata nella riserva naturale Decima Malafede, non solo non chiuderà a breve ma pare che il Campidoglio si stia preparando a un importante lavoro che riguarderà l’intera struttura: la realizzazione di un nuovo depuratore per le acque reflue. Un intervento che sarà tutt’altro che economico. Come spiega il Tempo, la spesa per posizionare l’impianto a noleggio per 16 mesi ammonterà a circa 265mila euro.

L'area, nota come "Villaggio della Solidarietà", è un insediamento periferico riconosciuto da Roma Capitale. Eppure non è ben visto da chi abita in zona. Perché qui di problemi non ne mancano. Uno su tutti i continui roghi di rifiuti che inondano l’aria non solo di un odore sgradevole ma anche di sostanze pericolose per la salute. Per di più i resti non andati in cenere venivano gettati nella vegetazione circostante, come se quello fosse un luogo adatto ad accogliere tali residui.

Per non parlare delle sassaiole contro i veicoli in transito sulla statale messe in atto allo scopo di rapinare gli sventurati automobilisti. Nel 2018 quattro abitanti del campo vennero denunciati. Questi sono alcuni dei motivi che fanno di questo campo un’area al centro di discussioni con i cittadini esasperati per la mancanza di sicurezza. Anche per questo negli ultimi anni il Comune ha stabilito un controllo dell’area attraverso un presidio fisso dei vigili urbani.

Nel 2017 con il Piano rom si è iniziato a parlare di chiudere l’insediamento. Da qual momento è stato eseguito qualche sgombero ma nei fatti la situazione è rimasta quasi inalterata. Passa il tempo ma il quadro non cambia. E non cambia, ricorda ancora il quotidiano, neppure nel 2020 dopo l’annuncio del sindaco Virginia Raggi sulla "definitiva e totale liberazione del campo" al dicembre dell'anno successivo.

E così si arriva ai giorni nostri. Il campo rom è ancora lì. E non sembra che ci possa essere una chiusura all’orizzonte. Questo lo si evince da quanto scrive il dipartimento Simu, che ha avviato la gara d'appalto per il depuratore, scrive di non avere "ancora avuto indicazioni superiori in merito al superamento" del campo e avanza l’ipotesi di dover "garantire il servizio per un tempo molto lungo".

Cosa accadrà in seguito è tutto un mistero. La situazione, infatti, non appare semplice. Circa un mese fa l'assessore alle Politiche sociali, Barbara Funari, rispondendo a un'interrogazione del consigliere capitolino della Lega Fabrizio Santori, aveva spiegato che "la strada per il superamento dei campi è molto articolata".

Inoltre la stessa Funari aveva annunciato che il piano dell’Amministrazione sarà reso noto solo al termine dei nuovi "tavoli di co-programmazione" aperti agli enti del Terzo settore.

Il tempo però, passa. Gli abitanti di Castel Romano che speravano nella chiusura del campo rom dovranno attendere. Quanto ancora non si sa.

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