Taverna nella bufera: la madre "occupa" una casa popolare

Per il Campidoglio la madre ottantenne della senatrice pentastellata Paola Taverna non ha i requisiti per occupare l'alloggio popolare in cui abita. La pasionaria grillina: "Mamma sta agendo bene". E la Raggi promette "indagini"

Taverna nella bufera: la madre "occupa" una casa popolare

C’è già chi l’ha ribattezzata “scroccopoli”, la vicenda che imbarazza la sindaca di Roma, Virginia Raggi, e la senatrice del M5S, Paola Taverna.

Sotto il cielo della Capitale si consuma un nuovo scandalo in salsa pentastellata. Protagonista è la madre ottantenne della pasionaria grillina che secondo funzionari del Campidoglio dal 2014 occuperebbe un appartamento di proprietà dell’Ater nel quartiere Prenestino senza averne diritto. La casa, infatti, come ricostruisce il quotidiano La Repubblica, era stata assegnata alla signora Graziella Bartolucci nel maggio del 1994. All’epoca la donna era in possesso di tutti i requisiti per usufruire del canone agevolato previsto per questo tipo di alloggi: circa 150 euro al mese.

Ma negli anni, secondo i dirigenti dell’Ufficio Erp e Decadenze, il reddito della signora sarebbe sostanzialmente aumentato. Per questo nel 2014, l’Ater ha avviato un procedimento contro la signora Bartolucci per la “perdita dei requisiti”. A metterci il carico è una determinazione dirigenziale del gennaio di quest’anno, firmata dai dirigenti dello stesso ufficio, nella quale viene reso noto come la famiglia della senatrice disponga di un discreto patrimonio immobiliare, compresa una casa nel quartiere di Torre Angela, alla periferia Est della Capitale. Secondo il Comune è proprio in quest’ultimo immobile che la Taverna avrebbe potuto trasferire la donna.

La senatrice grillina però si difende e parla di “accanimento”. Secondo l’avvocato che ha curato il ricorso della famiglia, infatti, il patrimonio della signora Bartolucci rientrerebbe nei requisiti di legge, perché in quello della madre non andrebbero incluse le proprietà della figlia, visto che la convivenza tra le due si sarebbe conclusa nel 1998. La legge regionale, invece, prevede che tutte le persone residenti nell’appartamento siano in possesso dei requisiti richiesti. Il nodo della questione, quindi, sta proprio nell’anno in cui la Taverna avrebbe lasciato l’abitazione familiare, che secondo l’anagrafe non sarebbe il 1998 bensì il 2012.

Insomma, la vicenda imbarazza non poco Palazzo Senatorio. Se da una parte la senatrice grillina non sembra intenzionata a spostare la madre anziana e malata dall’appartamento dove ha vissuto per anni con la sua famiglia, dall’altra gli uffici del Comune sono in stand by, con la pratica, che dovrebbe risolversi con un’ordinanza di sfratto, che è stata messa in attesa. E da battaglia legale a caso politico il passo è breve. La sindaca nega di essere stata contattata dalla compagna di partito relativamente alla vicenda e promette imparzialità. “Sicuramente gli uffici faranno tutte le indagini e si seguirà la legge esattamente come per tutte le altre persone”, ha tagliato corto la Raggi.

“In quella casa ci siamo cresciuti io, mia sorella e c'è morto mio padre”, scrive la senatrice in una nota diffusa nel pomeriggio, “mia mamma sta agendo bene, è normale che una persona a 80 anni desideri morire nella stessa casa dove è vissuta”. “Non provo vergogna a venire da una famiglia povera e ancor meno provo imbarazzo a dire che non ci siamo arricchiti con il mio lavoro.

Non ho chiesto niente a nessuno, consiglio a mia madre di adire alle vie legali, del resto funziona così tra noi cittadini normali", scrive la Taverna. Ma intanto le opposizioni insorgono. Fratelli d’Italia ha annunciato che presenterà un’interrogazione sulla vicenda in Comune e in Regione, mentre il Pd denuncia la “doppia morale” della senatrice pentastellata.

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