"Devi morire". Ma il giudice assolve lo stalker: "È agorafobico"

Uno stalker è stato assolto perché ritenuto affetto da agorafobia, la patologia che non permette a chi ne soffre di uscire di casa e di avere relazioni sociali

"Devi morire". Ma il giudice assolve lo stalker: "È agorafobico"

Uno stalker 43enne di Firenze è stato assolto perché ritenuto affetto da agorafobia, la patologia che non permette, a chi ne soffre, di uscire di casa e di frequentare luoghi aperti. L’uomo era stato accusato di stalkeraggio nei confronti della sua ex fidanzata residente a Roma, verso la quale aveva inviato in due anni messaggi come per esempio:“Non meriti amore, devi morire o passare il resto dei tuoi giorni sola come un cane o in un letto di ospedale". Oggi il 43enne è stato processato con rito abbreviato e il giudice Angelo Giannetti ha giudicato lo stalker innocente con formula piena perché ‘il fatto non sussiste’. Le motivazioni della sentenza verranno rese note entro il 22 luglio.

Minacce alla ex e al suo nuovo compagno

Secondo quanto reso noto, l’uomo era stato accusato di aver perseguitato la sua ex fidanzata ricorrendo a messaggi che le avevano creato ansia e paura per la sua incolumità, oltre a mostrarsi “geloso e possessivo, accusandola falsamente di averlo tradito". Il 43enne utilizzava i social minacciandola di recarsi sotto la sua abitazione per vendicarsi e minacciando di morte anche il nuovo compagno della donna. In seguito alle denunce sporte dalla vittima dal novembre del 2021 lo stalker era stato raggiunto da un divieto di avvicinamento emesso dal giudice per le indagini preliminari di Roma. Dopo vi è stata la richiesta di rinvio a giudizio e gli avvocati della difesa, Fabio Generini e Francesco Stefani, all’udienza dello scorso 28 aprile hanno deciso per il rito abbreviato.

I legali del 43enne hanno portato diverse indagini difensive e, tra queste, anche un documento in cui risultava che il loro assistito era da circa cinque anni seguito dal centro di salute mentale della Asl di Firenze, in quanto affetto da agorafobia, ovvero una patologia che porta chi ne soffre a trascorrere molto tempo chiuso nella propria casa. Tra le situazioni che più frequentemente vengono evitate da chi mostra sintomi di agorafobia si riscontrano: uscire da soli o stare a casa da soli, guidare o viaggiare in automobile, frequentare luoghi affollati come mercati o concerti, prendere l’autobus o l’aeroplano, essere su un ponte o in ascensore. Questa patologia, che porta a ridurre al massimo i rapporti sociali, è stata riconosciuta anche in una relazione psichiatrica di un consulente della difesa.

La tesi della difesa

Secondo quanto sostenuto dai legali del 43 enne, questa condizione sarebbe tale da impedire al loro assistito di intrattenere relazioni sociali e men che meno di essere in grado di raggiungere Roma per stalkerare la sua ex. La difesa ha anche asserito che non vi era persecuzione verso la donna, precisando, rispetto agli argomenti avanzati dall'accusa, che la ragazza non ha mai cambiato le proprie abitudini di vita e che era solita assumere dei tranquillanti anche prima del rapporto con il 43enne di Firenze. Conseguenza dell’assoluzione è stata la revoca della misura del divieto di avvicinamento.

Gli avvocati dell’uomo hanno affermato: "Con ampia attività di indagine difensiva abbiamo dimostrato l'insussistenza delle accuse che aveva mosso la procura al nostro assistito, basandosi su denunce della persona offesa che avevano inizialmente portato anche all'adozione da parte del gip di Roma di una misura cautelare nei confronti del nostro assistito". Misura che il "giudice, emettendo la sentenza di assoluzione, ha revocato".

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