Decine di appartamenti che potrebbero essere messi a disposizione di chi aspetta una casa popolare da anni restano vuoti per colpa di un pasticcio burocratico. Alla periferia Est di Roma, in zona Tor Cervara, da dieci anni un complesso residenziale in via Melibeo è inagibile da quasi 10 anni per colpa dell’immobilismo di Comune e Regione, che ora potrebbero dover risarcire alle imprese costruttrici una cifra esorbitante.
Al centro della vicenda giudiziaria, ricostruita dal quotidiano Il Tempo, che coinvolge il Campidoglio, Acea Ato 2Spa e il consorzio delle aziende, c’è un collettore fognario distrutto che blocca l’allaccio alla rete di scarico. Così i lavori si sono arenati nel 2011 per difetto delle “caratteristiche di cantierabilità” necessarie “per la costruzione delle opere pubbliche”. I costruttori danno la colpa alle istituzioni, sostenendo come il difetto della rete fognaria sussistesse già prima della stipula della convenzione urbanistica, oltre a contestare il fatto che la mappa della sua collocazione, fornita al momento dell’accordo, fosse irregolare.
Davanti al giudice, infatti, hanno obiettato che i canali di scolo scaricano in superficie: una situazione non solo pericolosa per la salute dei futuri inquilini, ma anche “abusiva”. Il risultato è che gli appartamenti sono rimasti vuoti e l’area, che i costruttori avrebbero dovuto riqualificare, resta in balia di “zanzare, muffe e miasmi”, che secondo i ricorrenti la rendono incompatibile con “la sicurezza della salute dei cittadini”.
Oltre al danno per le famiglie in attesa di un alloggio, c’è anche quello per le casse del Comune.
Se venissero dimostrati, gli eventuali errori nella stipula della convenzione urbanistica potrebbe costare al Campidoglio ben 100 milioni di euro. A tanto ammonta, infatti, il risarcimento richiesto dalle imprese che hanno sottoscritto l’accordo con il Comune.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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