Potrebbe essere bengalese o cingalese il giovane trovato ieri mattina annegato nel Tevere, all’altezza di Ponte Matteotti. Quando i soccorritori lo hanno tirato fuori dall’acqua, dove galleggiava a testa in giù, hanno notato subito che il volto del malcapitato aveva tratti somatici asiatici e sono cominciate le ricerche per scoprire l’identità del ragazzo. Con sé aveva uno zainetto e in tasca un telefonino, ormai fuori uso perché danneggiato. Nessun documento, il che rende le ricerche più complicate. La polizia sta valutando tutte le piste possibili, forse l’unica esclusa è quella del suicidio.
Secondo gli inquirenti, come riporta il Corriere della Sera, il giovane potrebbe essere caduto nel fiume in seguito a un incidente, magari scivolando sui sassi, oppure è stato vittima di un’aggressione. Dai primi riscontri, in attesa dell’autopsia disposta dalla procura, non ci sarebbero segni di colluttazione sul corpo del ragazzo. Recuperando la memoria del telefonino si potranno registrare le ultime chiamate effettuate dalla vittima, nella speranza che diano indicazioni concrete. Per il momento i poliziotti stanno spulciando le denunce di scomparsa di cittadini stranieri residenti a Roma e stanno vagliando le immagini delle telecamere di videosorveglianza.
Sono diversi i punti di osservazione, da Ponte Milvio fino a Ponte Nenni e, quindi, gli investigatori puntano a ricostruire il percorso effettuato dal giovane.
Per il momento, comunque, è tutto in alto mare e solo l’esame autoptico potrà fornire indicazioni precise si come è morto il ragazzo. Le forze dell’ordine contano di risolvere il giallo in tempi stretti, anche per dare un volto e un nome al giovane annegato nel Tevere, in pieno centro cittadino.
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