"I cani non vengono curati". Inchiesta sui canili romani

L'Abivet, società che gestisce diversi canili a Roma, è accusata di abbandonare e lasciare morire gli animali. Enpa e Lndc hanno presentato un esposto. Da chiarire il ruolo del Campidoglio

"I cani non vengono curati". Inchiesta sui canili romani

Enpa e Lndc (Lega nazionale del cane) lo scorso 18 novembre hanno presentato una denuncia nei confronti della Abivet, la società che gestisce i canili comunali della Muratella e di Ponte Marconi. Si parla di strutture in grado di ospitare oltre 550 posti. I cani verrebbero abbandonati alle patologie che hanno e lasciati morire senza neanche cercare di fornire loro una terapia adeguata.

La Abivet è chiamata a chiarire i tempi e i modi in cui questi muoiono e le modalità in cui vengono smaltite le carcasse. "L'attuale ditta appaltatrice incaricata di garantire assistenza sanitaria degli animali ospiti dei canili comunali di Roma Capitale, in diverse occasioni - è possibile leggere nell'esposto depositato dall'avvocato Michele Pezone - non avrebbe provveduto a fornire le cure necessarie ad alcuni cani che, a seguito del mancato intervento da parte degli incaricati, sarebbero morti". Non è senza colpe l'amministrazione comunale, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, dal momento che una volta appaltati i servizi avrebbe smesso di interessarsi alla questione rendendo possibili omissioni e negligenze.

Il caso

Sono due i casi che hanno fatto partire l'esposto nei confronti di Abivet. Il primo è la morte di un anziano meticcio di nome Igor affetto da "epopatia". I pubblici ministeri sono chiamati a capire se il suo decesso ma soprattutto la sua agonia si sarebbe potuta risparmiare. Nella denuncia si legge: "Da diverse settimane (il cane, ndr.) veniva segnalato dagli operatori ai veterinari della società Abivet in quanto visibilmente sofferente. Nonostante i solleciti da parte dei volontari... che richiedevano l'intervento di un veterinario solo molto dopo il cane veniva visitato". Nonostante ciò, il giorno dopo i veterinari "non gli avrebbero somministrato antidolorifico né avrebbero proceduto all'eutanasia". Questo perché per agire devono attendere l'autorizzazione del Comune che sembra non essere arrivata.

Il secondo caso riguarda un cane trovato senza vita nel suo box. "Le associazioni chiedevano al Comune di sottoporre il cane ad esame autoptico ma il Campidoglio non evidenziava alcuna anomalia - si legge sempre nell'esposto - tale da giustificare una iniziativa d'ufficio per sottoporre il cane deceduto ad esame autoptico e autorizzava le associazioni ad effettuare l'esame unicamente presso lo zoo profilattico e a loro spese". Secondo quanto certificato da Abivet il cane sarebbe morto per arresto cardiocircolatorio. Ben diversa è la versione di Enpa e Lndci i quali affermano che sarebbe deceduto per torsione gastro splenica.

Piera Rosati, responsabile Lndc, punta il dito contro il Campidoglio: "Nonostante ripetute segnalazioni, la precedente amministrazione (Cinquestelle) non ha mai risposto, lasciando sempre irrisolta questa situazione tanto grave quanto delicata e urgente".

La replica di Abivet avviene tramite Maurizio Albano, responsabile, il quale afferma che oltre a non

esserci stata nessuna omissione, le prestazioni sanitarie sarebbero aumentate del 500%: "I numeri ci danno ragione. Fra l'altro Enpa non ha volontari all'interno dei canili. Le associazioni cercano conflittualità".

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