Il "Fight club" nei parchi romani: incontri clandestini in pieno giorno

Scontri di boxe al parco regionale dell'Appia Antica, senza ring e con scarsissime protezioni. La nuova moda dei combattimenti per soldi e notorietà

Il "Fight club" nei parchi romani: incontri clandestini in pieno giorno

Incontri di boxe clandestini all’interno della Valle della Caffarella, all’interno del parco regionale dell’Appia Antica: succede nel pieno centro di Roma, dove i cittadini si recano per portare a spasso il cane o trascorrere del tempo con la famiglia.

Il fenomeno pare dilagante, e in questi ultimi giorni sono tanti i filmati che girano in rete. Gli scontri vengono organizzati in stile “Fight club”, il celebre film del 1999 con Brad Pitt ed Edward Norton. Gli aspiranti combattenti si incontrano nel cuore della Capitale per prendersi a pugni in match organizzati al di fuori di contesti sportivi. Tutto viene rigorosamente filmato e postato sui social network.

Negli incontri, come riferisce il Corriere, che sta seguendo il caso, sono consentiti solo i pugni. Niente ring, poche protezioni, semplici guanti da Mma e paradenti. Nessun caschetto. Alcuni combattono anche scalzi.

Fra i partecipanti agli scontri si trova di tutto. Dagli ex lottatori a fine carriera, ai membri delle forze speciali, fino ad arrivare a ultrà del mondo del calcio. Combattono per fama, notorità sui social e, ovviamente, per denaro. Non mancano, infatti, gli scommettitori.

I video degli incontri di boxe, postati su Youtube e altre piattaforme, hanno fatto da cassa di risonanza, e non mancano i combattenti pronti a cimentarsi.

Secondo quanto riportato dal Corriere, la moda arriverebbe dalla Russia, per la precisione dalla città di San Pietroburgo. Lì sarebbero cominciati i combattimenti per strada. Il gruppo russo Strelka avrebbe organizzato i primi incontri in arene di fortuna, come garage, capannoni o edifici abbandonati. Lo youtuber Simone Cicalone avrebbe poi portato l'idea nel nostro Paese. Da qui i combattimenti che stanno avendo luogo nel parco romano.

La violenza non manca, certi scontri fanno davvero impressione, con sangue e colpi a raffica. Tutto ciò che si vede nei filmati è reale. I pugni ci sono davvero, così come il dolore e le ferite. I combattenti sono per la maggior parte italiani in cerca di successo, spesso reclutati sul web. Non mancano però gli stranieri, come moldavi, russi, romeni o ucraini.

Chi si trova, suo malgrado, ad assistere agli scontri resta basito. Al match organizzato nei pressi di Casale della Vaccareccia hanno assistito decine di persone. Nessuno ha cercato di porre fine alle violenze, anzi. Il fenomeno va avanti, e non c'è modo di porre un freno.

"Qualche mese fa alcune persone che si sono presentate a nome di Strelka ci chiesero di organizzare con loro alcuni eventi in Italia, ma abbiamo declinato l’invito", ha raccontato al Corriere Saverio Longo, presidente della Federazione Italiana Grappling Mixed Martial Arts. "Non ci interessano queste attività, noi organizziamo combattimenti in un sistema fortemente regolamentato, al chiuso o all’aperto non importa, ma su ring che rispondano a precisi requisiti. Il nostro sport è sicuramente cruento, per questo nulla può essere lasciato all’improvvisazione, servono regole severe per garantire la massima sicurezza ai nostri tesserati", ha aggiunto.

Quanto ai combattimenti clandestini, Saverio Piccolo ha commentato: "Essendo ammessi solo pugni, tutto sommato non si tratterebbe di attività pericolosissime, anche se le protezioni sono molto leggere.

Il vero problema è che i fighter sembrano un po’ improvvisati e impreparati a combattere e per chi non ha una preparazione adeguata combattere può essere molto pericoloso. Peraltro, questi incontri più che uno sport, sembrano delle violente risse".

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