Quei macchinisti "malati" che hanno bloccato treno

Boom di macchinisti malati, ma nessun licenziamento. Tutti hanno il certificato. La linea Atac che collega Centocelle alla stazione Termini si ferma 13 ore

Quei macchinisti "malati" che hanno bloccato treno

Un’improvvisa malattia ha colpito ieri in massa i macchinisti della linea Termini-Centocelle. La ex Roma-Giardinetti che collega la periferia est della città alla stazione. È un ammutinamento dei macchinisti. E la linea resta fuori uso per un'intera giornata. Ecco i motivi della protesta. La ferrovia, gestita da Atac, dovrebbe essere infatti riconvertita in tramvia. Con una novità, per chi guida: lo stipendio da tranviere, a differenza di quello da macchinista del treno, è più leggero.

Si passerebbe da 2mila a 1.500-1.600 euro al mese. Ecco perché i conducenti hanno deciso di far sentire la loro voce con uno sciopero bianco. Trentasette dipendenti su 48 hanno dato forfait. Anche se in realtà il rischio di perdere soldi in busta paga non sembra davvero mai esistito. La società dei trasporti ha già fatto capire agli interessati di volerli riconvertire a macchinisti della metro, appena il progetto del tram sarà formalizzato, con tutti i permessi ministeriali, attesi per giugno.

Addirittura, spiega il Messaggero, c’è già un accordo che prevede a stretto giro il trasferimento dei primi sette addetti. Ma a quanto pare non è bastato. Da questi presupposti è partita la protesta selvaggia di ieri: 37 assenti su 48 previsti nei turni (altri 5 erano di riposo, già stabilito). L’86% dei conducenti, in sostanza, non si è presentato al lavoro. Risultato: la ferrovia che trasporta ogni giorno 30mila romani, è rimasta paralizzata per 13 ore. Dalle 5.30, quando avrebbe dovuto partire la prima corsa, alle 6 e quaranta di sera. Proprio nelle ore di punta.

La chiusura della Termini-Centocelle che è partita, come detto, dalle ore 5.30, ha riguardato l’intera linea e si è protratta nel corso della giornata, provocando inevitabili disagi per i numerosi pendolari che la utilizzano per spostarsi nella città di Roma, essendo una tratta che serve migliaia di passeggeri. I “furbetti” dovrebbero cavarsela senza nemmeno una multa. E questo aspetto ha dello sconvolgente. L’ufficio del personale di Atac ha subito attivato i controlli e sono partite anche le visite fiscali. Ma tutti si erano premuniti di un certificato.

In 13 avevano il certificato medico, quasi tutti per un’improvvisa influenza. Altri 15 avevano un referto del dottore in cui si parlava della malattia dei figli piccoli. Altri 6 hanno sfruttato il congedo della legge 104 che in teoria dovrebbe servire ad assistere parenti invalidi o malati. In tre erano assenti per la donazione del sangue. Tutti giustificati, in soldoni. Se 37 dipendenti su 48 si assentano, il problema è serio. Una beffa per le migliaia di residenti costretti ad arrangiarsi, senza preavviso.

Il Codacons ha annunciato che presenterà un esposto per interruzione di pubblico servizio, chiedendo ai magistrati di indagare sul blocco della tratta.

Intanto, però, insieme al trenino fermo, anche mezza rete tram è andata in tilt. I numeri 3, 8 e 14 hanno subito sospensioni e bus navette. Una giornata di ordinaria follia che si chiude, ovviamente, a danno dei soliti cittadini.

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