Non bastano tutti i problemi che ha già Roma, come l’emergenza rifiuti, i trasporti che spesso si bloccano, o i cinghiali che scorrazzano per le strade della Capitale investendo passanti e motociclisti. Da giugno a preoccupare i romani c’è anche l’invasione delle vespe orientalis, insetti molto pericolosi che si vanno ad annidare sotto i tetti dei palazzi antichi, o anche tra le rosette di areazione. L’importante per questi animali è trovare un ambiente asciutto e protetto. Da precisare che la loro puntura non è letale ma riesce comunque a preoccupare tutti, i residenti, i turisti, i commercianti e in generale chei lavora nella Capitale. Ancora non è finita l’invasione degli ungulati che comincia quella delle vespe.
I luoghi ideali dove fare il nido
Come riportato dal Corriere, nella mattinata di ieri l’etologo Andrea Lunerti aveva fatto sapere: “Sto andando a effettuare due interventi in Vaticano. Gli edifici storici sono luoghi ideali per questi insetti”. In particolare, le vespe orientalis prediligono “le rosette di areazione sotto ai tetti, che permettono la fuga di umidità, sono strutture igienicamente pulite senza parassiti o funghi, mentre nelle cavità degli alberi c'è molta più umidità e può causare la morte degli insetti”, ha spiegato l’esperto che riceve circa una ventina di telefonate ogni giorno per andare a effettuare la rimozione di nidi costruiti nelle abitazioni private.
Ancora più alto è il numero di chiamate, ben 350 al dì, che i romani fanno al numero verde 800854854 della Protezione Civile che è stato messo a disposizione dal Campidoglio. L'assessorato all'Ambiente guidato da Sabrina Alfonsi ha però tenuto a chiarire:“Possiamo intervenire solo in aree pubbliche. In questi giorni stiamo bonificando le aree verdi delle scuole in previsione dell'apertura lunedì dell'anno scolastico e al momento non ci sono emergenze”.
Il nuovo metodo usato
Lunerti ha poi spiegato che ieri, per la prima volta, in viale Manzoni ha messo in campo il nuovo metodo della marcatura. Il metodo in questione consiste nel catturare un esemplare che si ciba per segnarlo con un colore e poi lasciarlo libero. L’esperto osserva poi la direzione del volo dell’insetto e quanto tempo ci impiega per tornare, in modo da poter individuare dove è posizionato il nido. L’esemplare torna sempre dove ha trovato da mangiare la prima volta. Le vespe hanno una velocità di circa una ventina di km orari, e Lunerti può quindi calcolare la distanza percorsa dal suo insetto. Una volta trovato il nido basta rimuoverlo.
La previsione dell'esperto per il 2023
L'etologo ha avvertito che le vespe in questo periodo stanno iniziando il lavoro di allevamento delle nuove regine, e che le nuove larve nasceranno verso i primi giorni di ottobre. I nuovi esemplari che verranno al mondo cercheranno di accoppiarsi prima di nascondersi per l’inverno, quando il calo notevole delle temperature potrebbe ucciderli. Anche se le cavità negli alberi sono le loro tane preferite, gli interni delle abitazioni sono molto più secchi e caldi. “Non bisogna spaventarsi, ma questi insetti si trovano bene nelle intercapedini, sotto i tetti, nelle fessure.
E ognuna in primavera potrà edificare un nuovo nido”, ha continuato Lunerti che ha anche fatto una previsione non proprio tranquillizzante, ovvero che l’anno prossimo ci saranno molte più vespe orientalis.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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