Per il momento Marcello De Vito non ritornerà a presiedere l'Assemblea capitolina. La procura di Roma ha disposto l'immediato cautelare e che il grillino rimanga ai domicilari almeno per un anno.
Un provvedimento, scrive il Messaggero, teso a lasciare a casa De Vito fino al termine del processo in cui è imputato per corruzione e traffico di influenze sulla costruzione del nuovo stadio della Roma. La misura cautelare nei suoi confronti sarebbe scadura venerdì prossimo ma la decisione della procura consente di saltare l'udienza filtro del gup. De Vito, in ogni caso, non potrà tornare a ricoprire il ruolo di presidente dell'Assemblea capitolina come, in realtà, avrebbe voluto. Una carica che non è mai decaduta e che il grillino ha ricoperto fino al 20 marzo scorso, giorno in cui è stato arrestato a casa sua.
Gli avvocati di De Vito, il 9 settembre, avevano rinuncuato a chiedere un nuovo responso da parte del Riesame sperando che i pm non puntassero all'immediato cautelare (come, invece, poi ieri hanno fatto), forti anche della recente decisione della Cassazione che aveva sostenuto che l'ordinanza si baserebbe su un "pre-giudizio" legato all'inchiesta sul costruttore Luca Parnasi, accusato di essere il grande corruttore.
"L'erogazione di denaro, o la messa a disposizione a politici di utilità, sì da consentire all'imprenditore di alzare il telefono - come diceva Parnasi intercettato, ndr - in qualsiasi momento a tutela dei propri interessi" era sicuramente "finalizzata a pratiche corruttive". Per la Corte, dalle dichiarazioni di Parnasi emerge l'intento di accreditarsi con il Movimento, ma le sue parole non hanno "il valore confessorio di un patto corruttivo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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