Nel 275 d.C. il pericolo erano i barbari. Quasi duemila anni dopo, a minacciare le Mura Aureliane c’è un nemico più subdolo. È la complessa e farraginosa macchina della burocrazia capitolina che, anno dopo anno, sta letteralmente mandando in rovina questo monumento: un bene archeologico inserito nel tessuto urbano di Roma per ben 13 chilometri. Oggi quello che resta della cinta muraria, realizzata dall’imperatore Aureliano quando l’Impero romano si avviava al tramonto, assomiglia più ad una discarica che ad una fortificazione.
Quod non fecerunt barbari, fecerunt grillini, verrebbe da dire parafrasando un famoso adagio, visto che ormai, in alcuni tratti, la muraglia è oscurata da una fitta giungla. "Si tratta di un patrimonio unico in Europa, che non è stato mai valorizzato dal punto di vista urbanistico e culturale – denuncia l’architetto Rosario Pavia, dell’Istituto Nazionale di Architettura – non ne hanno tenuto conto i piani regolatori, salvo quello del 2008 che parlava genericamente di un recupero del bene, che però è rimasto solo sulla carta".
A fare il resto ci ha pensato l’eterno scaricabarile istituzionale, che ha trasformato il perimetro delle Mura in un immondezzaio. Nel tratto che costeggia Corso d’Italia, il monumento è assediato da arbusti ed erba alta. E nei punti in cui la vegetazione è stata finalmente sfalciata, per mesi sono rimasti ammassi di immondizia e materiale di risulta. La mini discarica a ridosso dell’arteria del centro della Capitale è stata smantellata soltanto nei giorni scorsi. Ma non è l’unica che mortifica il monumento. Cocci di bottiglia, sacchetti e cartoni si accumulano in ogni angolo.
"Sono settimane che segnalo questa situazione, ma qui non interviene nessuno", denuncia una residente di piazza Fiume, indicandoci i cumuli di immondizia che lambiscono il bene archeologico. Nel tratto di Mura che corre lungo via Campania, a due passi da via Veneto e dalla Galleria Borghese, c’è addirittura un mini appartamento ricavato in un’intercapedine, con tanto di tende per garantire la privacy dell’inquilino, un clochard sulla settantina.
Quasi ovunque, sui mattoncini di tufo, imperversano piante infestanti e i capperi che, secondo l’assessore all’ambiente del II Municipio, Rino Fabiano, sarebbero in buona parte responsabili dei crolli avvenuti in questi anni. "Bloccano gli scoli dell’acqua che si infiltra all’interno della struttura determinandone il cedimento, come è già successo in diversi punti, da San Lorenzo a Piazzale Flaminio, a Porta San Sebastiano e Porta Metronia e anche a via di Porta Labicana – ci spiega - dove si sono verificati due importanti distacchi e rigonfiamenti nelle torri F9 ed F3". "Le mura – prosegue Fabiano – vengono puntellate ma finora non c’è stato nessun tipo di intervento strutturale".
Il problema, denuncia il professor Pavia, che è anche membro del Comitato Mura Latine, è l’assenza di "manutenzione ordinaria", ma anche di un "progetto di valorizzazione urbanistica che punti a restituire le Mura alla cittadinanza". "Senza una manutenzione costante crollano anche i ponti realizzati cinquant'anni fa, figuriamoci un'infrastruttura che ha due millenni", commenta laconico il docente. Chi dovrebbe provvedere al controllo periodico del monumento, secondo l’assessore all’Ambiente del Municipio in cui insiste il tratto di Mura con più criticità sul fronte del degrado, è la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che però sembra latitante.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: impalcature e puntellamenti rimangono in piedi anche anni, in attesa di poter predisporre gli interventi di restauro. "L’Ama e il servizio giardini si rimpallano le responsabilità sul fronte della pulizia – denuncia Fabiano – e ogni intervento richiesto dal Municipio o dai cittadini viene sistematicamente eluso".
L’idea di Fabiano è quella di destinare un capitolo del bilancio capitolino alla "tutela del patrimonio storico presente nel tessuto urbano", non meno importante dei siti turistici più gettonati. Perché, dice, "non esistono monumenti di serie B". Per ora, però, le Mura Aureliane restano preda di degrado e sbandati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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