Ostia, vigilantes sparò e uccise un rapinatore: “Fu legittima difesa”

Una palude giuridica lunga più di cinque anni. Alla fine per la guardia giurata in servizio presso una banca di Ostia è arrivata l’assoluzione

Ostia, vigilantes sparò e uccise un rapinatore: “Fu legittima difesa”

Una questione spinosa, lunga più di cinque anni, che fa riflettere sul reale potere delle guardie giurate. Un potere molto limitato stando a una prima analisi. Il quotidiano la Repubblica riporta un fatto che ha fatto discutere a lungo, ma che si è risolto al meglio. Ha sparato contro un rapinatore uccidendolo, ma per legittima difesa. È questa la conclusione a cui è arrivata la procura nella vicenda che vede protagonista il vigilantes, Stefano Salmoni, 41 anni. La mattina del 14 maggio del 2014 Gianluca Ignozzi e altri due complici si erano introdotti nella filiale di una banca, in via Alessandro Piola Caselli a Ostia.

Mentre uno dei tre rapinatori teneva chiuso nel gabbiotto Salmoni, puntandogli l’arma contro, un altro ha scavalcato il bancone e ha prelevato 14mila euro. Poi sono usciti di corsa dall’istituto bancario, dirigendosi verso i motorini. Il vigilantes è uscito dopo pochi secondi dalla banca: prima ha imposto verbalmente l’alt ai malviventi e quindi ha sparato.

La guardia giurata viene imputata per omicidio volontario davanti alla Corte d’Assise, per aver fatto fuoco con la sua pistola d’ordinanza, e durante il servizio, contro un rapinatore di 35 anni, Gianluca Ignozzi, appunto, uccidendolo. I fatti sono avvenuti nel maggio del 2014, fuori della filiale del Monte dei Paschi di Siena di Ostia, al termine di una rapina che Ignozzi aveva messo in piedi insieme a due complici. Un fatto come tanti che per fortuna del nostro eroe di quartiere si è risolto al meglio.

A chiedere l’assoluzione sono stati i pubblici ministeri, Laura Condemi ed Edmondo De Gregorio. La decisione non è stata inaspettata visto che i magistrati, al termine delle indagini preliminari, avevano subito chiesto l’archiviazione, ritenendo che il vigilantes avesse agito per difendersi. Un primo giudice per l’udienza preliminare, però, l’aveva rigettata disponendo l’imputazione coatta per la guardia giurata. Anche in udienza preliminare, poi, nonostante una successiva richiesta di non luogo a procedere da parte della procura, un secondo gup aveva disposto il rinvio a giudizio per Salmoni. Una palude giuridica.

Due giorni fa, dopo le testimonianze dibattimentali, la requisitoria è terminata con la richiesta di assoluzione. Per la procura, dunque, non c’è stata nessuna volontarietà. Salmoni avrebbe sparato per difendersi fuori dalla banca, dopo che uno dei rapinatori avrebbe brandito la sua arma contro di lui.

La ricostruzione che ne ha fatto il gup, Francesco Patrone, invece, che sulla base degli atti d’indagine aveva chiesto l’imputazione coatta per Salmoni, partiva dal principio che il vigilantes avesse sparato a distanza ravvicinata e altezza d’uomo, su uomini in fuga. A rapina già ultimata, quindi. Mentre i tre si dirigevano verso i motorini parcheggiati fuori dall’istituto di credito.

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