I soldi per la manutenzione? Inutili: cosa succede nella metro di Roma

Ascensori e scale mobili non funzionano e gli impianti sono troppo vecchi. Problemi in 34 fermate su 78

I soldi per la manutenzione? Inutili: cosa succede nella metro di Roma

La metropolitana di Roma non sta certo passando un bel momento, tra impianti fermi, foglie secche e rifiuti. Al momento, secondo quanto riportato da Repubblica, sarebbero almeno 30 su 78 le stazioni della metro con impianti fermi in attesa di collaudo o in via di revisione. Senza contare le disposizioni anti-Covid che spesso portano alla chiusura momentanea per evitare assembramenti. Da quasi un anno, precisamente dallo scorso 29 novembre, è chiusa la fermata Policlinico per via della sostituzione trentennale degli impianti. Problemi sia per i pazienti in cura all'ospedale Umberto I che per gli universitari della Sapienza. Era stata chiusa per un anno, per l’esattezza 371 giorni, anche Castro Pretorio, dove negli scorsi giorni è stato riscontrato il guasto di una scala mobile. Oltre un anno di lavori non sembra quindi servito a migliorare la situazione.

La situazione sulle linee della Capitale

Sulla linea A sono ben dieci le stazioni che mostrano problemi: a Cinecittà è fuori servizio l'ascensore sul lato lato Battistini, a Subaugusta quello per andare ad Anagnina. A Giulio Agricola e Porta Furba non si può utilizzare il montascale esterno, mentre a Lucio Sestio non se ne trova neppure uno usufruibile. In questo caso a rimetterci sono soprattutto i disabili e i genitori con i passeggini. Ma non è finita qui: a Re di Roma, oltre alla scala mobile fuori uso, non vanno neanche gli ascensori interni, come anche a Manzoni, dove il montascale non funziona. A Flaminio una transenna gialla impedisce l'accesso alla scala mobile in uscita, si può quindi salire solo a piedi. A Baldo degli Ubaldi niente ascensore lato Valle Aurelia. Anche a Cipro un nascensore non funziona, ma qui il problema principale, per chi vuole andare a visitare i Musei Vaticani e scende a questa fermata, sono le sedie imbottite distrutte, i cartoni a terra e le bottiglie vuote. Per non parlare dei materassi dei senzatetto sotto la tettoia che affaccia sul parcheggio in uso agli utenti che lasciano lì le vetture.

Anche sulla linea B ci sono un po’ ovunque impianti fermi, a causa della sostituzione integrale degli impianti, o di ascensori e scale mobili non funzionanti. Troviamo problemi a Rebibbia, Santa Maria del Soccorso, Pietralata, Monti Tiburtini, Quintiliani e Bologna. A Ponte Mammolo non funzionano gli ascensori interni, a Eur Fermi non va quello in direzione Laurentina, a San Paolo quello verso Rebibbia/Ionio/Colombo, mentre a Termini è transennato quello esterno per la banchina in direzione Laurentina. A Termini, ci sono un paio di ascensori off-limits, compreso quello del sottopasso che collega le banchine dei capolinea della linea B. Una situazione sempre più problematica per i soggetti invalidi e le carrozzine.

Sulla linea C, quella che in teoria dovrebbe essere la più nuova e moderna di Roma, non mancano i problemi. Qui sarebbero addirittura una dozzina le fermate che mostrano impianti non utilizzabili. Con ascensori interni ed esterni impossibili da usare: Gardenie, Pantano, Grotte Celoni, Torre Gaia, Torre Maura, Graniti, Finocchio, Bolognetta, Borghesiana, Fontana Candida, Torre Angela e Torrenova.

L’appalto milionario di manutenzione

Il 26 settembre del 2019 il dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale aveva siglato "l'accordo quadro per la fornitura in opera di impianti di traslazione in servizio pubblico, comprensiva di progettazione esecutiva, smantellamento degli impianti preesistenti e manutenzione ordinaria per 24 mesi". Lavori pagati dal Campidoglio che utilizza Atac come stazione appaltante. L'11 luglio del 2019 Atac aveva affidato l’appalto a Schindler, colosso internazionale del settore con sede italiana a Milano. La richiesta è quella di sostituire 22 scale mobili, 4 marciapiedi mobili e 22 ascensori lungo la linea B della metro di Roma.

Atac riconosce alla società 9,2 milioni di euro, 7,4 dei quali per la fornitura delle nuove scale mobili e ascensori, mentre la cifra restante per i lavori di smantellamento, progettazione, oltre che per 24 mesi di manutenzione. Atac non ha pagato tutto e subito, ma a rate, arrivando a saldare fino a oggi il 70% del totale. Firmato il contratto, i tecnici della Schindler hanno chiuso diverse fermate della B per effettuare i lavori. Per diverso tempo sono state 7 su 22 le fermate che non avevano né scale mobili né ascensori funzionanti. Tra queste, Rebibbia, Pietralata, Monti Tiburtini, Tiburtina e Piazza Bologna, mentre la stazione Policlinico era stata chiusa del tutto.

Al via i collaudi

Nel mese di luglio Atac annuncia l'inizio dei collaudi su parte dei nuovi impianti realizzati. Attraverso un comunicato stampa dell'azienda si informano i cittadini riguardo la messa in esercizio di 14 ascensori e quattro scale mobili, nonostante siano ancora tanti gli impianti fermi. Nella nota si legge: "A metà luglio risultano fermi complessivamente 145 impianti sui 658 complessivi, 41 in meno rispetto all'aprile scorso". In molti casi le ascensori sono arrivate alla fine della loro vita, circa 30 anni, in seguito devono essere cambiate.

Una volta riaperto il problema però è rimasto. Dopo la sostituzione e la messa in attività della scala mobile a Castro Pretorio ecco manifestarsi un nuovo intoppo.

Per Atac queste sarebbero solo manutenzioni preventive, degli inconvenienti che possono verificarsi nella fase di apertura. Per i viaggiatori invece è l’ennesimo contrattempo alla loro giornata, nonostante l’appalto milionario al leader del settore.

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