Roma, disastro Ater: occupazioni case costano 40 milioni all’anno

Solo un abusivo su 5 paga l'indennità di occupazione delle case popolari dell’Ater. Sul tavolo l’ipotesi di ricalcolare i canoni dovuti dagli irregolari

Roma, disastro Ater: occupazioni case costano 40 milioni all’anno

Vivere in una casa senza pagare l'affitto o il mutuo è il sogno di molti. Per qualcuno questo desiderio si è trasformato in realtà. Anche se in maniera illegale. Accade a Roma dove oltre l’80% di chi si è impossessato senza averne diritto di un alloggio popolare dell’Ater, l’Azienda territoriale per l'edilizia residenziale, non versa neanche un centesimo.

Azioni che hanno pesanti riflessi di natura economica sull’ente: il mancato pagamento dell'indennità di occupazione, quantificata dall’azienda, causa un buco di 40 milioni di euro all'anno. Non proprio spiccioli. Per di più non va dimenticato che tre anni fa l’Ater ha presentato alla Regione Lazio un piano "lacrime e sangue" per ripianare il debito di oltre mezzo miliardo relativo all'Ici.

Per recuperare del denaro fresco, evidenzia il Tempo, Ater Roma ha messo in vendita una parte del patrimonio immobiliare, tra cui la sede storica di lungotevere Tor di Nona. Non solo. Perché nel 2020 l’azienda ha iniziato ad inviare diffide, oltre 35mila, agli inquilini che non risultano aver pagato i canoni di locazione. Ascoltato in commissione regionale Politiche abitative lo scorso giugno, il nuovo direttore generale Luca Luigi Manuelli ha reso noto che la morosità degli inquilini regolari pesa per oltre un miliardo.

Vi è, poi, il non meno importante capitolo degli abusivi. "Gli utenti ai quali è addebitata l'indennità di occupazione- si legge in una nota - presentano percentuali di incasso inferiori al 20%". Tradotto in numeri: 40 milioni di euro che non entrano in cassa ogni anno. Andare avanti così è complicato. L'azienda e l'assessorato regionale alla Casa stanno valutando l’ipotesi di ridurre l'indennità di occupazione. In questo modo si spera che anche i più riottosi possano iniziare a pagare il dovuto, almeno fino a quando non saranno regolarizzati o sgomberati. In pratica, il ragionamento che si fa è: meglio poche entrate che nessuna.

Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Perché bisogna concretizzare l’idea. E non sembra facile. L’ostacolo da superare riguarda la categoria catastale degli immobili. Lo stesso quotidiano evidenzia una differenza di costi da sostenere per abitazioni situate in quartieri diversi della capitale. Per una casa popolare di 60 metri quadri a Tor Bella Monaca, in un palazzo A2 con l'ascensore, l'occupante irregolare potrebbe dover pagare un'indennità di poco più di mille euro.

Discorso diverso per chi si trova in un edificio dell'ente a Garbatella, di categoria A3 o A4: in questo caso l’esborso si aggira tra i 300 ed 400 euro.

Un decisione definitiva sulla questione ancora non c’è. Forse qualche novità potrebbe arrivare a settembre. Ma di certezze ancora non ve ne sono.

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