Grave episodio di aggressione subito a Roma da una ragazza in seguito ad una serata in discoteca. È accaduto domenica scorsa, poco prima delle 5 del mattino nei pressi del “Qube”, quando la vittima, una 19enne, si stava dirigendo verso la fermata della metro per salire su un mezzo che la riconducesse a casa.
All’altezza di via Portonaccio sulla giovane piomba in modo improvviso un africano che, dopo averla pedinata ed aver atteso il momento giusto, le strappa di mano lo smartphone ed inizia a scappare correndo a perdifiato. Ciò che lo straniero non si sarebbe, tuttavia, mai atteso, è che la giovane si lanciasse al suo inseguimento e riuscisse a raggiungerlo. Dopo essere caduto a terra nel tentativo di seminare la sua inseguitrice, l’africano l’avrebbe attesa per sferrarle un pugno in pieno volto, dinanzi allo sguardo di due testimoni. Senza indugio, questi ultimi hanno rincorso il rapinatore e lo hanno bloccato a terra, mentre attendevano l’arrivo sul posto delle forze dell’ordine, allertate subito dopo l’aggressione alla 19enne. I carabinieri del nucleo radiomobile di Roma si sono quindi occupati di ammanettare il responsabile, e di condurlo in camera di sicurezza, in attesa del processo per direttissima, in programma ieri.
Si tratta del 19enne originario del Gambia F.S., senza fissa dimora ma in possesso di regolare permesso di soggiorno. “Non é vero che l'ho colpita con un pugno. Le avevo solo preso il telefono.”, ha detto il rapinatore africano al Pm Donatella Motta, rispedendo al mittente le accuse, come riportato da “Il Messaggero”.
C’è però il chiaro e dettagliato racconto di ben due testimoni oltre a quello della giovane vittima ad inchiodare lo straniero alle sue responsabilità, nonostante i tentativi del suo avvocato Marina Leone, la quale riesce, comunque, a portare in dote al suo assistito il dono più prezioso, la libertà.
Accusato per il reato di rapina e lesioni personali ai danni della 19enne, che ha subìto lesioni ad un occhio e ad una tempia, l’imputato ha scelto di avvalersi del rito abbreviato.
Risultato una condanna a 3 anni e 1000 euro di ammenda, ma neppure un giorno di carcere. Non avendo altri precedenti oltre ad una condanna per spaccio, per il gambiano le porte del penitenziario rimangono ben sigillate. Per lui solo l’obbligo di firma giornaliero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.