In attesa del reddito, il Campidoglio a guida pentastellata pensa al “lavoro di cittadinanza”.
Non solo i detenuti. Ora anche rifugiati politici, disoccupati, ex tossicodipendenti, persone con disturbi mentali e donne vittime di violenza potrebbero essere impiegati dal Comune di Roma per contribuire al ripristino del decoro nella Capitale.
L’idea viene direttamente dal Campidoglio che per superare le difficoltà nella manutenzione di asfalto, segnaletica stradale, aree verdi e pulizia dei marciapiedi, potrebbe così fare ricorso a nuova manodopera contenendo le spese. Per questo la sindaca, Virginia Raggi, ha deciso di allargare l’esperimento partito qualche giorno fa con i detenuti di Rebibbia, a tutta una serie di figure svantaggiate.
In 24, la settimana scorsa, dopo un corso di formazione erogato da Autostrade per l'Italia, hanno iniziato i lavori di ripristino della segnaletica e manutenzione dell’asfalto nel quartiere periferico di Torre Spaccata, sotto gli occhi vigili degli agenti di polizia penitenziaria. “Da un lato diamo la possibilità ai detenuti di reinserirsi nella società, dall'altra diamo loro un'occasione per rendersi utili alla collettività”, aveva commentato la prima cittadina in un post su Facebook. E l’iniziativa, nata con un protocollo d’intesa siglato da Roma Capitale, Dap e Società Autostrade per l'Italia, ora potrebbe estendersi anche ad altri soggetti.
La sindaca, infatti, secondo quanto si apprende dal Messaggero, avrebbe già
incaricato gli uffici competenti di preparare dei bandi di gara volti a premiare “i concorrenti che avanzino all'Amministrazione progetti, anche temporanei, che favoriscano l'inclusione lavorativa dei soggetti individuati”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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