Truffa con i bonus 110, fondi usati per il calcio

I due imprenditori sono nel mirino della finanza per la truffa sull’Ecobonus statale. Riciclavano soldi anche comprando squadre di calcio

Truffa con i bonus 110, fondi usati per il calcio

I fratelli Ciaccia, Mario e Davide, sono nell’occhio della Gdf per una truffa che riguarderebbe i bonus pensati dallo Stato per cercare di fronteggiare la crisi economica portata dal Covid-19. Mario Ciaccia, già noto per la sua relazione passata con Manuela Arcuri, e il fratello Davide, sono stati posti in stato di fermo da parte degli specialisti del nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme Gialle di Roma.

La truffa milionaria

I due imprenditori si trovano al centro della truffa da oltre 100 milioni di euro architettata intorno al bonus governativo per imprenditori e commercianti in difficoltà a causa della pandemia. Peccato però che alcuni imprenditori e professionisti abbiano pensato di cavalcare l’onda cercando di ottenere ristori dallo Stato senza averne alcun diritto. La somma in questione, più di 100 milioni di euro, sarebbe stata riciclata comprando immobili, società, aziende, attività, vetture e perfino squadre di calcio, quali Fiuggi e Teramo. Non vi è stato però il tempo di mettere le mani sulla terza società sportiva scelta: il Cesena.

Soldi riciclati

Quello scoperto dalla Gdf di Roma potrebbe essere il più grosso caso di truffa legata ai bonus Covid. Come riportato da Repubblica non sapendo di essere intercettati dai finanzieri, i due fratelli si sarebbero detti: “Lotito può avere tre squadre e noi non le potemo avere? Non ho capito. Il calcio è un'attività come le altre se fatta con intelligenza”. Davide lo scorso ottobre avrebbe affermato, riferendosi a Gabriele Gravina, dirigente sportivo dal 2018 presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio: “Abbiamo comprato il Teramo, ho chiamato Gabriele”. E ancora: “Avevo detto che se mai fossi rientrato nel professionismo gli avrei chiesto una pseudo autorizzazione, ho appuntamento mercoledì in via Allegri”, dove si trova la sede della Figc. Il perché di quell’incontro era stato spiegato subito dopo:“Avendo io delle pendenze giudiziarie non voglio fare assolutamente passi falsi”.

Squadre di calcio, alberghi e perfino un teatro

Ma il calcio non era l’unico interesse dei due fratelli. Nelle loro mire c’era anche l’acquisto di un teatro in via Sicilia, la compravendita di tre hotel a Fiuggi e un complesso immobiliare sulla Prenestina. Questi acquisti sarebbero serviti per riciclare soldi per evitare eventuali confische. Con loro sono indagate altre 21 persone, tra le quali anche il presidente nazionale di Confimprese Guido D’Amico.

Il gruppo avrebbe guadagnato milioni sfruttando anche il bonus 110%, com'è stato dimostrato da alcune fatture riguardanti operazioni mai fatte relative a lavori di efficientamento energetico per più di 3 milioni di euro in un palazzo condominiale di via Statilio Ottato. Le indagini da parte della Guardia di finanza proseguono.

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