Torna alla ribalta la truffa del "boss delle escort", così come è stata ribattezzata per le sue specifiche caratteristiche dal sito RomaToday, che aveva lanciato l'allarme sulla vicenda già qualche mese fa.
L'inganno, ordito ai danni di uomini alla ricerca di incontri hot sul web, viene a delinearsi seguendo uno schema decisamente collaudato. Spacciandosi per il "boss delle escort" o "il capo dei sicari", e talvolta millantando l'affiliazione ai clan Casamonica o Spada, il truffatore contatta le proprie vittime tramite WhatsApp con lo scopo di estorcere loro del denaro.
Con l'accusa di aver fatto perdere tempo e guadagni alle ragazze che lavorano per lui come escort, l'impostore stringe il cappio attorno al collo della propria vittima con la minaccia di ritorsioni nei suoi confronti. "L'agenzia ha perso soldi perché le ragazze hanno disdetto i servizi parlando con te", si legge in uno dei messaggi incriminati, "sai già come funzionano la mafia e gli spacciatori qui in Italia". Dopo di che si passa alla "trattativa", che prevede il pagamento di una somma di denaro per mantenere il silenzio sulla vicenda ed evitare vendette. "Se non vuoi che questo diventi un problema personale per te e la tua famiglia sarebbe meglio che raggiungessimo un accordo per bene". Per impedire che mogli, fidanzate o datori di lavoro siano informati della ricerca di prostitute su internet, o che alle minacce seguano ritorsioni, è necessario dunque il pagamento di una somma di denaro all'estorsore: cifre che, talvolta, possono raggiungere e superare i mille euro. Per rendere ancora più esplicite le minacce, in qualche caso, vengono inoltrate al malcapitato di turno immagini con armi o video di persone torturate. RomaToday rivela di aver ricevuto decine di segnalazioni del genere, in un caso addirittura con esplicite minacce di morte.
"Ci ha provato anche con me, voleva una un bonifico di 1500 euro su una Postpay", ha raccontato una delle vittime al quotidiano. "Io gli dissi che se voleva i soldi glieli avrei dati di persona e gli diedi appuntamento al parcheggio della stazione di Ponte di Nona, perché lì è sempre deserto e l'avrei individuato subito, ma non è venuto e ha bloccato il mio numero sia su Whatsapp che sul cellulare. Quelli che fanno queste cose", ha aggiunto l'uomo, "sono dei ruba galline che approfittano delle paure di alcune persone. Ho denunciato tutto alla polizia postale".
I casi si sono moltiplicati negli ultimi mesi, a partire da marzo, quando si verificarono i primi episodi conclamati. Sui forum c'è chi racconta la propria esperienza per impedire che qualcuno possa cadere nella rete dei truffatori."In genere chiamo le ragazze col numero privato, ma oggi ho fatto l'errore di mandare un msg Whatsapp a questa", spiega l'uomo inserendo il link della prostituta."Dopo qualche ora nessuna risposta da lei. Invece mi sono arrivati due messaggi da uno strano numero apparentemente estero e perfino un tentativo di chiamata (che non ho visto) con la solita serie di minacce che già conoscete. Occhio".
Qualcuno pensa di risolvere privatamente il problema, attirando i truffatori in una trappola.
"L'ideale sarebbe organizzare un finto pagamento con sonoro pestaggio a sprangate. Basterebbero 4 o 5 di noi, altro che segnalazioni o denunce ai 'puffi' (cioè la polizia). Ci vogliono metodi da squadrista. Vedi come gli passa la voglia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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