Sul litorale romano imprese stritolate dai clan

Gli sviluppi dell'inchiesta avviata lo scorso gennaio lasciano supporre l'esistenza di legami tra la criminalità organizzata e le istituzioni locali

Sul litorale romano imprese stritolate dai clan

Il fenomeno dell'usura dilaga lungo il litorale romano. Sono bastati, infatti, solo tre mesi di vita dello sportello creato ad hoc da Ascom Confcommercio Roma-Litorale sud per raggiungere numeri di richieste di aiuto e denunce decisamente preoccupanti.

Vittime predilette sono in particolar modo imprenditori ed esercenti, colpiti duramente dalle misure restrittive imposte in tempo di Covid dal governo Conte prima e da quello Draghi poi, nonché dalla recente impennata del costo di materie prime ed energia seguita alle sanzioni inflitte alla Russia. C'è un vero e proprio racket, gestito dai clan di Ostia, che si cela spesso e volentieri dietro un prestito fatto a chi si trova in impellenti difficoltà economiche e ha bisogno di denaro per non sprofondare. Denaro che deve poi essere restituito con interessi esorbitanti alla criminalità organizzata, causando ulteriore indebitamento alle vittime. Lo sportello anti usura di Confcommercio, istituito a gennaio, ha registrato in pochi mesi un +20% di segnalazioni rispetto alle denunce fatte alla stessa associazione nel marzo del 2021.

"Purtroppo c'è un incremento di commercianti che cadono nell'usura così come nel sovraindebitamento. Un fenomeno che non si ferma", racconta a "Il Messaggero" il presidente di Ascom Confcommercio Roma-Litorale Valeria Strappini. Numeri importanti, spiega il presidente, ma di certo inferiori rispetto a ciò che accade veramente, anche per il fatto che in tanti hanno paura di denunciare. "Per questo abbiamo messo in campo una sineriga tra Ascom, Fai anti-usura Volare e, soprattutto, le forze dell'ordine", aggiunge Strappini. "In una situazione di crisi si può cadere nella disperazione e fare ricorso a quelle che sembrano soluzioni rapide e semplici, ma che, invece, sono solo l'inizio di un problema ben più grande. Il nostro obiettivo è comunque prevenire e non far cadere i commercianti nel vortice dell'usura, offrendo assistenza e ascolto", conclude.

Un fenomeno, quello dell'usura, finito da tempo nel mirino delle forze dell'ordine del litorale romano così come quello dell'estorsione. Uno degli esempi più recenti ed eclatanti è quello fatto emergere lo scorso gennaio dai carabinieri del gruppo Ostia , che hanno scoperto una maxi estorsione da 500mila euro messa in piedi dal boss Roberto De Santis con la complicità di Paolo Papagni, ex commerciante di gelati e fratello di Renato, presidente di ruolo della Federbalneari. I due chiedevano il pizzo per "potere lavorare tranquillamente su Ostia" alle proprie vittime, ovvero denaro in cambio di "protezione".

A seguito dell'inchiesta, avviata dopo la denuncia di un'imprenditrice, De Santis e Papagni risultano indagati per concorso in tentata estorsione, aggravata dall'utilizzo del metodo mafioso.

Non tutto, comunque, è chiarito, dato che i due responsabili promettevano agli imprenditori anche supporto diretto in caso di intoppi burocratici, quasi a lasciar intendere l'esistenza di agganci nelle istituzioni locali, tutti da verificare con ulteriori indagini.

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